QUESTI FANTASMI al Teatro Verdi di Pisa
Al Teatro Verdi di Pisa l’ultimo fine settimana di febbraio si è fatto un tuffo nella napoletanità grazie a “Questi fantasmi” di Eduardo De Filippo, con (in ordine di apparizione) Gianfelice Imparato (Pasquale Loiacono), Carolina Rosi (la moglie Maria), Massimo De Matteo (Alfredo Marigliano, l’amante), Paola Fulciniti (Armida, la moglie abbandonata), Andrea Cioffi (facchino e figlio di Alfredo e Armida), Nicola Di Pinto (il portiere Raffaele), Viola Forestiero (Carmela, sorella del portiere), Giovanni Allocca (fratello di Armida), Gianni Cannavacciuolo (facchino e maestro di musica) e Federica Altamura (figlia di Alfredo e Armida). Regia di Marco Tullio Giordana, con scene e luci di Gianni Carluccio, costumi di Francesca Livia Sartori e musiche di Andrea Farri. Una produzione Elledieffe – La Compagnia di Teatro di Luca De Filippo.
Una magia in tre atti che porta lo spettatore nel suggestivo e indimenticabile mondo di Eduardo De Filippo, dal valore universale perché capace di affrontare tematiche ancora attualissime. Un luogo il suo dove la parola, oltre alla gestualità, è arte pura: dai neologismi tipici del dialetto ai vocaboli a cui viene attribuito un nuovo significato che suscita immancabilmente forte ilarità.
“Questi fantasmi” è dunque commedia, ma anche tragedia, il dramma di una donna, la vibrante e struggente Maria, che non riesce più a comunicare con il marito e quello di un uomo, incapace di qualsivoglia successo nel lavoro, al punto tale che mette nella mani della “generosità” di un fantasma il futuro della sua sussistenza. E Gianfelice Imparato è eccezionale nell’impersonare tale ruolo. Commoventi i dialoghi di entrambi, piccoli monologhi in realtà, pietre preziose incastonate in uno spettacolo che rapisce a ogni passo. Persino nell’ode al caffè, con cui una tazzina racchiude tutta la poesia e il cuore della terra partenopea.
“Questi fantasmi” è tutto questo, ma non soltanto. C’è anche una componente in un certo qual modo orrorifica, che si manifesta nelle coinvolgenti interpretazioni di Carmela e Armida. L’una che rapisce l’attenzione con il racconto dell’aggressione subìta, l’altra che, raccontando la sua disperazione di moglie abbandonata, terrorizza Loiacono, che la crede anch’essa un fantasma.
E poi c’è il canto: bellissima l’atmosfera creata tra il secondo e il terzo atto quando in platea viene intonata “Oi Marì” accolta con gioia festosa degli spettatori.
Insomma una Compagnia che ci fa dire: “Eduardo è ancora vivo!”.
Francesca Padula