“Essere Leo Messi” – Jordi Puntì racconta il campione argentino
“Per Messi non ci sono aggettivi. Io non ne ho più, li ho esauriti.” – Pep Guadiola
Leo Messi, un idolo. E Jordi Puntì ha deciso di celebrarlo con un libro “Essere Leo Messi. Esercizi di stile e lezioni calviniane” (Baldini+Castoldi, pp. 249, euro 17, nella traduzione di Stefania Maria Ciminelli) attraverso 22 brevi saggi letterari che ne narrano la vita, dai primi calci tirati al pallone, da piccolo in Argentina, fino al suo successo, oggi, nel Barcellona.
Il campo di calcio è da sempre stato un teatro che ha visto in scena tanti e diversi campioni. Ognuno ha il suo: Messi è considerato da Puntì – e non solo – l’artista dei nostri giorni. “Un Picasso. Artista del calcio”, così sarà definito sul quotidiano sportivo Olé, e ci sarà chi ne conierà, addirittura, l’aggettivo messimo: “che eccelle nel suo gioco…”, vedendo in lui non solo arte, ma anche letteratura. Infatti, Jordi Puntì dichiara che questo campione incarna le caratteristiche che Italo Calvino tracciò per questo nostro millennio: leggerezza, rapidità, precisione, visibilità e molteplicità.
Sono tante le azioni e i gol che restano nella mente e vengono rivisti in continuazione, rievocati e rinarrati a memoria tra amici e addirittura c’è chi, come l’autore, questi idoli li sogna.
“Era la sera in cui Messi ha fatto cinque gol al Camp Nou contro il Bayer Leverkusen (7 marzo 2012)”
Loro, i campioni, inconsapevolmente ritagliano 90 minuti di felicità per tutti gli appassionati di calcio: “L’idea di questo libro è nata tempo fa come un tentativo personale di prolungare questa felicità, più che di cercare di capirla”.
Dell’infanzia di Messi a Rosario, del debutto il 16 novembre 2003 nel Barça, della rivalità con Ronaldo e di tanta altra poesia del gioco ed esercizi di stile parlerà Puntì. E anche i non amanti del calcio potrebbero, forse da qui, cominciare ad amare Leo Messi.
Marianna Zito