Ermanna Montanari con il monologo “Madre” al teatro Kismet di Bari
Penombra in scena, una donna e due uomini entrano in scena e si posizionano in grandi cerchi neri. Buio. Sibili, rumori e voci indistinte si fanno strada nelle tenebre cedendo il posto alla voce poco chiara e rauca di un figlio che cerca sua madre caduta in un pozzo. La sensazione di claustrofobia è resa e amplificata dalla presenza di un contrabbasso in scena e schiarita dal candore del bianco, dato dal gesso che come solchi nel terreno scava, dissotterra immagini sempre più evocative che richiamano alla vita. In scena, su grandi cerchi neri, o meglio inseriti in un perimetro striminzito e profondo, vi sono la magistrale Ermanna Montanari, attrice, co-direttrice artistica e fondatrice del Teatro delle Albe, nonché vincitrice di molti riconoscimenti sia nazionali che internazionali, tra cui otto Premi Ubu.
Il poemetto scenico dello spettacolo “Madre” è stato scritto da Marco Martinelli e diretto e interpretato dall’attrice che, nel doppio ruolo di Madre e figlio, ha saputo rendere con la sola voce la precarietà della vita difronte alla maestosità della natura. Sul palco, l’attrice era accompagnata da Daniele Roccato, noto compositore e contrabbassista, e Stefano Ricci, pittore e illustratore, i quali hanno catturato l’attenzione dello spettatore nutrendo occhi e orecchie.
“T’am sent?”, “Mi senti?” domanda incessantemente la Madre che dal fondo di un pozzo urla al figlio di tirarla via dalla viscere della Terra, dentro le quali trova una “bisciolina” che dal suo piede le entrerà, facendosi strada nella sua vita. Il tempo scorre inesorabilmente e la Madre è ancora lì, e dei tuoni annunciano che tempesta è in arrivo e potrebbe riempire il pozzo di acqua, tuttavia la Madre sempre accoglie serafica il suo destino, quasi vinta e sconfitta. E ora le tenebre del pozzo non le fanno più paura, assuefatta dal dolore sembra che un grembo ancestrale l’accolga e la coccoli senza più inquietudini e preoccupazioni. Quindi, non resta che domandarsi chi è davvero in pericolo: se la la Madre avvolta dal buio del pozzo, o il figlio fuori da esso, ma avvolto dal buio della paura di guerre, terremoti, alluvioni, cambiamenti climatici e disastri ambientali. Ed è proprio qui, fuori dal pozzo, che bisogna avere paura.
Lo spettacolo è stato finalista del Premio ‘Le maschere del Teatro italiano 2023’ relativa al miglior monologo ed è andato in scena sabato 9 e domenica 10 nella Stagione “Bagliori” 2023-2024 del Teatro Kismet di Bari curata dalla direzione artistica di Teresa Ludovico.
Lucia Amoruso