ELOGIO DELL’IDIOZIA – L’ultimo libro di Riccardo Dal Ferro
Ciò su cui possiamo concordare preventivamente è che dall’idiozia nessuno è esente. L’idiozia si insinua in ogni discorso, ogni sapere e ogni anfratto sociale, politico, economico e culturale. L’idiozia è multiforme e camaleontica, riesce a impregnare anche la persona più colta e intelligente, mentre altri imbecilli li abbandona, di tanto in tanto, giusto per prendersi gioco di loro.
Elogio dell’idiozia – Un maldestro tentativo di farmi capire (Edizioni Tlon, pag. 208, euro 11,90) è l’ultimo libro di Riccardo Dal Ferro, un saggio filosofico fruibile da chiunque, per la leggerezza con cui l’autore scrive di interrogativi antichi e nuovi. Chi è l’idiota? Questa la domanda nucleo del testo. E la risposta è tanto semplice quanto sbalorditiva: l’idiota è colui che non sa di non sapere. E man mano che ci inoltriamo nella lettura, comprendiamo quanto sia necessaria la condizione dell’idiota al mondo intero e quanto sia auspicabile per noi stessi essere idioti di tanto in tanto.
Riccardo Dal Ferro, utilizzando la scrittura come veicolo di divulgazione, riconduce la filosofia alla saggezza e all’arte del vivere, come di fatto era nell’antichità classica, accompagnandoci a riflessioni profonde sul nostro modo di percepire l’altro ma soprattutto su come percepiamo noi stessi. Con una scrittura che crea una forte connessione con il lettore, ci porta a riflettere su quanto le sovrastrutture e gli schemi elaborati e assimilati lungo una vita, influiscano sulla percezione e la descrizione del mondo; quanto questa percezione ci porterà a definire alcuni fatti come “idiozia” o “intelligenza”; e ancora quanto questa percezione possa o meno bastare per comprendere profondamente il mondo.
Ognuno di noi, prima di affrontare il mondo, deve ripetersi: io so di sapere, per dare forza alle proprie azioni […]
Socrate disse: So di non sapere, per descrivere quell’enorme mare di ignoranza di cui so perfettamente l’esistenza.
Freud scoprì quanto non so di sapere, per dare forma all’inconscio […]
Ma questi tre elementi impallidiscono di fronte all’oceano sterminato di ciò che non so di non sapere.
In quella dimensione puramente intuitiva percepiamo quanto davvero siamo perduti e sperduti nel cosmo, quanto minuscola sia non tanto la consapevolezza della nostra conoscenza del mondo, quanto piuttosto la consapevolezza della nostra ignoranza – se confrontata a quanto l’universo – potrebbe mai essere. “Non so di non sapere” è l’ammissione del fatto che il mondo sarà sempre molto più vasto di ciò che so d’ignorare di esso. È un atto d’innamoramento e, al tempo stesso, di spavento. Soltanto in questa dimensione di straordinario eroismo possiamo comprendere la vera natura dell’idiozia. L’idiota è infatti colui che, riconosciuta intuitivamente la vastità immensa di ciò che non sa di non sapere, ammessa la propria incapacità di esprimere un tale abisso, percepita l’angoscia di fronte all’ignoto reale, fa un passo avanti nel mondo, mettendo a rischio più della sua vita.
L’idiota vero, l’idiota eroico, si incarna nella figura dell’esploratore.
Un innato spirito di ricerca, unito a una altrettanto innata curiosità, hanno sempre spinto l’umanità a evolversi, abbandonando le zone di comfort, andando oltre tutto ciò che è conosciuto e sicuro. Anche quando non era la necessità a guidare, ma semplicemente il desiderio di superare un confine e la voglia di andare oltre il conosciuto. Col risultato a volte di sembrare degli idioti. Non esiste esplorazione, intesa in ogni forma possibile, senza idiozia. E questo in tutti i contesti, che si parli di confini geografici o di confini di pensiero, di territori del mondo o territori dell’anima.
Elogio dell’idiozia è un libro diviso in due parti: la prima è a sua volta divisa in sette sezioni, che l’autore chiama immagini. Sette immagini che conducono il lettore, passo dopo passo, riflessione dopo riflessione, verso una più veritiera percezione di sé e del mondo. E una seconda parte – in virtù dell’idiozia – dove l’autore ci porta ad una più profonda conoscenza di tre “idioti” per eccellenza: Howard Phillips Lovecraft, padre del romanzo horror contemporaneo; Philip K. Dick, uno dei più grandi scrittori di fantascienza del secolo scorso; J.R.R. Tolkien, padre della letteratura fantasy. “Il motivo per cui ho scelto questi tre autori è presto detto: essi rappresentano il modello di autore che dedica l’intera vita e tutte le proprie energie nella costruzione di un universo letterario” – scrive Dal Ferro. Perché anche la letteratura ha i suoi esempi di idiozia, ben espressi nelle rivelazioni biografiche di questi tre colossi della letteratura, i quali – superando limiti inimmaginabili – hanno potuto regalare al mondo capolavori immortali.
Riccardo Dal Ferro è filosofo, scrittore ed esperto di comunicazione e divulgazione. Direttore delle riviste di filosofia contemporanea ENDOXA e FILOSOFARSOGOOD, porta avanti il suo progetto di divulgazione culturale attraverso il suo canale Youtube – Rick DuFer – e lo show podcast Filosofarsogood. Performer e autore teatrale, insegna scrittura creativa presso la scuola da lui fondata a Schio (VI), l’ Accademia Orwell.
Letizia Chippari