Elena Ferrante e “La vita bugiarda degli adulti”
“Due anni prima di andarsene di casa mio padre disse a mia madre che ero molto brutta. La frase fu pronunciata sottovoce, nell’appartamento che, appena sposati, i miei genitori avevano acquistato al Rione Alto, in cima a San Giacomo dei Capri. Tutto — gli spazi di Napoli, la luce blu di un febbraio gelido, quelle parole — è rimasto fermo. Io invece sono scivolata via e continuo a scivolare anche adesso, dentro queste righe che vogliono darmi una storia mentre in effetti non sono niente, niente di mio, niente che sia davvero cominciato o sia davvero arrivato a compimento: solo un garbuglio che nessuno, nemmeno chi in questo momento sta scrivendo, sa se contiene il filo giusto di un racconto o è soltanto un dolore arruffato, senza redenzione ”.
L’incipit del romanzo è perfetto. La bellezza disarmante che Elena Ferrante sfoggia nella costruzione delle frasi fa abboccare la curiosità del lettore all’amo. La sua scrittura ipnotica ci guida attraverso i vicoli di una Napoli impastata da strade, negozi, viuzze, relazioni inscindibili, scoperte fugaci, foto cancellate e un monile passato di mano in mano che causerà non pochi equivoci.
Chi è Vittoria? Giovanna se lo chiede di giorno in giorno cercando di sottrarre qualche parola nascosta dalla madre, dal padre, dalle foto che presentano dei rettangoli scarabocchiati. Perché voler celare un’esistenza? Una relazione di sangue? Un rapporto da conoscere? E cosa c’entra la bruttezza con una ragazza tredicenne che sta scoprendo il mondo, se stessa, gli affetti celati? La verità si ha solo quando ci si scontra con il problema e Giovanna vuole andare fino in fondo. Conosciuta Vittoria comincerà un percorso atto a fortificarla incontrando sul suo cammino amare verità, personaggi singolari e un legame eccezionale con la città di Napoli. Al suo fianco, in un costante rapporto di amore-odio, ci sono Angela e Ida, sorelle a cui raccontare bugie, mezze verità e dialoghi animati.
“La vita bugiarda degli adulti” di Elena Ferrante (Edizioni e/o, 2019, pp. 326, euro 19), è un romanzo che richiama irresistibilmente la città di Napoli. Le bugie, le verità, la durezza e la veridicità dei dialoghi trascinano i lettori in un mondo di cui non si può fare a meno.
Debora Colangelo