Due chiacchiere con Lilith Primavera
Dopo l’uscita dell’ultimo singolo “Taboo” pubblicato lo scorso 14 febbraio, abbiamo chiesto a Lilith Primavera romana, di raccontarci un po’ di sé, della sua carriera e dei suoi progetti.
R.U.: Sei cresciuta a Roma, hai viaggiato tanto, sei una performer riconosciuta, ma anche attrice, presentatrice, speaker radiofonica, modella, cantante. A quale ambito artistico ti senti più vicina?
L.P.: In questo momento della mia vita mi sento molto vicina alla musica, perché oltre alla conduzione settimanale del format karaoke UDKD, Un Discretissimo Karaoke Domenicale, che è la cosa più figa da fare la domenica per un rehab canoro a fine weekend, sono molto presa dal seguire questi nuovi singoli e proiettata all’album che verrà. Per cui sto prendendo lezioni dalla vocal coach Arianna Todero e mi immagino presto, di nuovo a cantare le mie canzoni anche arrangiate per pianoforte, dal vivo. Come facevo qualche anno fa tutte le settimane con cover di canzoni anglofone e della tradizione romana. O magari mi accompagnerò suonando io stessa il basso e basta. Vediamo. In tutto ciò la mia passione è anche il Cinema, e presto apparirò in un cammeo in un film d’ autore di un regista italiano, ma da contratto mi sa che non posso anticipare nulla.
R.U.: Come ti sei avvicinata alla musica?
L.P.: Sempre stata dentro la musica: mio papà, da che ho memoria, si vedeva con i suoi amici per fare jam session di percussioni e schitarrate in salotto spesso e volentieri, e io amavo che mi registrasse su cassetta mentre improvvisavo canzoni! In tempi più recenti, tipo da dieci anni a questa parte, ho iniziato a giocare di nuovo con la voce: c’era una volta il Dal Verme, un locale tipo speakeasy che tutte le sere ospitava da tutto il mondo band, progetti musicali, solisti e io che andavo per bere un buon cocktail, poi mi godevo pure la proposta musicale e mi sono ritrovata a fare un paio di tour europei molto punk.
R.U.: Come sono nate le tue canzoni? Se non sbaglio, tu scrivi i testi.
L.P.: Sì, scrivo io i testi delle mie canzoni e ad oggi raccontano più o meno tutte del mio modo fluido di vivere l’amore. Per esempio “Goodbye My Lover”, la prima uscita da questo nuovo progetto con il producer Giovanni La Tosa, che prevede per il momento tre singoli, raccontati da tre videoclip che assieme fanno un cortometraggio, regia di Cristina Ducci, con cui ho scritto la trama del racconto dei video, è una canzone che racconta di un addio: saluto l’ amante con cui ho condiviso momenti sensuali di gioco, ma anche incomprensioni dovute ai suoi dubbi sul nostro stare assieme a causa di preconcetti che non riesce a superare, creando distanze che alla lunga anche io smetto di cercare di comprendere e spiegare, perché fa un po’ male essere etichettata, e a un certo punto preferisco non dire più nulla e mettere tutti i suoi dubbi, così come il ricordo dei bei momenti vissuti assieme, dentro una scatola immaginaria. Come si fa nell’infanzia, riordinando la stanza dai lego. E addio. Andare avanti. Leggera. “Taboo” poi, racconta di resistenza, di perdersi e ritrovarsi. Prendersi le proprie responsabilità. Gli occhi ci raccontano tanto di chi si è, a volte una lacrima che sia di gioia o di dolore, comunque riesce ad accarezzare come una coccola perché la manifestazione di un sentimento è liberatoria e si può anche non dargli un nome a quel sentimento e prendere solo quella carezza. A volte per essere chi si è bisogna cambiare, anche a costo di non riconoscersi più, per poter continuare lo spettacolo che è la vita. La vita per alcune persone è solo un gioco, per altre qualcosa di estremamente serio. Parlo da Occidentale privilegiata rispetto a tante altre persone che nel mondo soffrono pene indicibili, ma anche qui nel mio privilegio posso dire di dover usare una buona dose di coraggio a volte per non essere sopraffatta dai taboo che intorno a me vedo generare sofferenza e che io ho superato tutti. Io stessa sono stata un taboo. Per qualcuno lo sono ancora. Ma, restando con i piedi per terra, posso dire che ora sono libera e a volte piango.
R.U.: Il prossimo 6 marzo verrà pubblicato “Molto”, il terzo e ultimo singolo del nuovo EP che uscirà a maggio, e l’8 marzo uscirà anche il video, ci puoi anticipare il messaggio della canzone?
L.P: “Molto” uscirà su tutte le piattaforme online e anche con il terzo e conclusivo videoclip di questo trittico, l’8 Marzo! Ho deciso per questa data perché è un regalo che mi faccio e che faccio a tutte le donne e alle mie amicizie e fan per l’ 8 marzo, giornata di lotta e memoria. È una canzone sull’empoderamento, sul riconoscere la propria forza e le proprie capacità.
R.U.: Quali sono i tuoi prossimi progetti?
L.P.: Devo ancora convincermi a prendere la patente e poi sto seguendo progetti top secret e sicuramente qualche live, magari aprire qualche concerto come feci per il più recente di Peaches, qui a Roma un paio di anni fa.
R.U.: Anche se sei già immersa in più ambiti artistici, hai un sogno nel cassetto che vorresti realizzare?
L.P.: Io vorrei tanto che mi siano date più occasioni lavorative, ma pare che in Italia i ruoli per le donne siano pochi e poi io sono conosciuta come donna nata maschio e il bigottismo un po’ generale in Italia fa sì che difficilmente potrò essere convocata per un ruolo cinema o TV, per esempio, che non sia connotato. Anche perché nell’ambiente artistico sono conosciuta, e non basta che io faccia la vaga a riguardo. Lungi da me poi non rivendicarmi il mio passato, anzi! Ne vado orgogliosa ed è un valore aggiunto del mio essere donna. Non sono nata ieri appunto, e dunque so per certo che essere inscritta in questa categoria, mi limita professionalmente . Questo è quanto in Italia. Vorrei poter essere provinata per recitare in chissà quanti ruoli, ma per le donne è così: ci sono meno possibilità e per le donne trans, nate maschio, dichiarate e che non si nascondono, le possibilità sono ancora minori. Eppure sono una brava attrice! E poi arriva un attore maschio che può recitare la parte di una persona trans, ma una donna nata maschio che fa la bidella in una fiction non si può? Per dire. Noia che devo spendermi a fare discorsi politici invece di concentrarmi sulla mia produzione artistica vero? Eppure le cose non sono per niente separate e dunque questo è quanto! Mi piacerebbe anche condurre una trasmissione tv, ho un sacco di idee a proposito… chissà!
Ringrazio molto Lilith Primavera per la disponibilità e le auguriamo che possa esaudire tutti i suoi sogni!
Roberta Usardi