Drusilla Foer al Teatro Leonardo con la sua “Venere Nemica”
Che cosa sappiamo di Venere, la dea dell’amore, l’Afrodite della mitologia greca? Era la più bella dea dell’Olimpo, e il mito racconta che nacque dalla spuma del mare… lo spettacolo “Venere Nemica” approfondisce la figura di Venere attraverso la storia di “Amore e Psiche” di Apuleio, in modo arguto e spassoso, grazie alla scrittura e interpretazione di Drusilla Foer, in scena al Teatro Leonardo di Milano dal 16 al 19 gennaio 2020 per la regia di Dimitri Milopulos
“Ovunque voi siate, io amo stare tra voi… umani… mortali.”
Drusilla Foer è quindi Venere, e appare sul palco in un tailleur bianco perla scintillante, in perfetto abbinamento cromatico con l’acconciatura, seguita dalla sua cameriera, che le serve il vino e la supporta durante il suo racconto, aiutandola a mantenere il filo del discorso o a tenere a bada l’ira (“Dominio!”). Perché Venere ha molte cose da dire, e comincia proprio dalla sua fantomatica, romantica nascita dalla schiuma del mare, che viene rivelata una volta per tutte nella sua cruda realtà, perché un conto è avere la villa al mare, un castello sul mare, ma vivere NEL mare è tutt’altra cosa, senza contare la totale nudità e i capelli sempre in disordine. C’è ben poca poesia in questo, no? Avvicinarsi all’uomo, alla sua imperfezione, ha anche il vantaggio di potersi vestire e agghindare a piacere. E poi Venere non ama stare in compagnia dei suoi parenti in montagna, sull’Olimpo, così instabili e capricciosi, ed è proprio per questo che l’uomo ha smesso col tempo di crederci, finendo col dimenticarli.
“Dimenticati come uno Chanel dentro un armadio, ma perché si dovrebbe dimenticare uno Chanel dentro un armadio?”
Al posto degli dei, l’uomo ha ristretto la devozione a un’unica divinità e ha scoperto una religione che si fonda sul geniale principio del senso di colpa (“ricordati che devi morire!”). Ed è proprio perché l’uomo si deve ricordare che prima o poi morirà che dovrebbe puntare tutto sul vivere una vita piena il più possibile. Gli dei non hanno questa scelta. Venere evoca questo per arrivare all’evento che ha scatenato le sue ire: la storia d’amore tra suo figlio Amore e la bella Psiche, considerata come una Venere in terra per la sua incredibile bellezza, ma che, essendo mortale, non sarebbe durata per sempre. Ma questo non è servito a placare le gelosie della dea. Allorché Venere si trova a sfidare questa fanciulla, a sentirsi minacciata nonostante sapesse della caducità della vita umana. E come ogni buona suocera che si rispetti, metterà a dura prova la bella Psiche, senza mai essere vinta, comprendendo che la sua natura rimarrà tale e quale.
Drusilla Foer, diretta egregiamente da Dimitri Milopulos, si conferma straordinaria nell’interpretazione, ironica, pungente e divertente, e anche un’ottima cantante, in quanto sono presenti dei momenti musicali a tema che arricchiscono uno spettacolo che scivola via piacevolmente e che lascia soddisfatti e con spunti interessanti su cui meditare. Da menzionare Elena Talenti, che affianca la Foer interpretando la sua cameriera e che delizia con la sua voce in alcuni dei momenti musicali.
Uno spettacolo bello e soddisfacente, consigliato.
Roberta Usardi