“Dov’eri quel mattino?”: Nocterra ha la risposta che tutti cerchiamo
“Dov’eri quel mattino?”. Questa la domanda che scandisce i tempi di una narrazione apocalittica che dà voce al più grande conflitto di tutti i tempi: quello tra luce e oscurità. “Dov’eri quel mattino? Il mattino in cui calò il Grande Buio”. Un evento catastrofico che diventa l’anno zero da cui partire per contare gli anni e rendersi conto di quanto tempo è passato da quando l’oscurità ha travolto il nostro pianeta, immergendolo in una notte che sembra non avere mai fine. Un racconto che inizia in medias res, a tredici anni, da quando la Terra è sprofondata nelle tenebre e quasi tutti gli esseri umani, rimasti troppo a lungo al buio, si sono trasformati in mostruose creature fatte d’ombra che aggrediscono e tentano di uccidere i superstiti al cataclisma.
“Notte fonda” (saldaPress, 2022, pp. 168, euro 19.90) è il primo volume della nuova serie fanta-horror “Nocterra”, scritta da Scott Snyder, autore già noto per Batman, Wytches e Undiscovered Country, e magistralmente disegnata da Tony S. Daniel, conosciuto per le sue illustrazioni in Batman e Deathstroke; un’avventura che percorre la paura più profonda e archetipica, profondamente radicata nell’essere umano: la paura del buio.
Protagonisti di “Nocterra” sono due fratelli, Val e Emory Riggs, due ragazzi miracolosamente sopravvissuti al Grande Buio e alla metamorfosi che ha comportato negli uomini e che adesso si ritrovano a fare da “traghettatori”, trasportando merci e persone da una zona sicura all’altra. Un lavoro che mette costantemente a rischio le loro vite, ma i due fratelli sono disposti a correre qualsiasi pericolo avendo perso completamente fiducia nel domani. Finché un giorno un anziano signore, che si rivelerà essere uno scienziato, e sua nipote non chiedono a Val Riggs, nome in codice Sundog, di aiutarli. Sono diretti a nord delle montagne, in un segreto e sicuro “posto al sole” che darà loro tutto ciò di cui hanno bisogno. Dopo un iniziale rifiuto, Val si rende conto che questo potrebbe essere un modo per salvare la vita a suo fratello Emory, che sta rischiando di trasformarsi in una creatura-ombra, infondendogli così speranza in un futuro più luminoso. La protagonista è una ragazza che. sin da bambina, ha vissuto per quattro lunghi anni al buio, affetta da gravi cataratte che la rendevano praticamente cieca. Sin da piccola si è trovata a fare i conti con un buio tutto suo e adesso è impegnata a combattere un’oscurità talmente grande e potente da aver ingoiato il Sole. Un’eroina coraggiosa, disposta a sacrificare sé stessa per gli altri, apparentemente fredda e distaccata, descrizione che ricorda la coraggiosa Spensa, nome in codice Turbina, protagonista della seria Skyward di Brandon Sanderson.
“Quindi dov’eri quel mattino? È una domanda a cui tutti possono rispondere. Voi, io, tutte le persone ancora vive. Anche se non c’eravate quando è arrivato il Grande Buio. Anche se siete morti prima o nati dopo. Perché il fatto è che la domanda non c’entra niente con quel mattino in particolare… ma con ogni mattino e con ogni momento della nostra vita”.
L’unico modo per affrontare il Grande Buio sarà avere fede in un futuro luminoso, senza distogliere lo sguardo dalle tenebre ma guardando dritto dentro di esse alla ricerca di una luce migliore perché “proprio come ci sono le dita nere c’è anche la mano luminosa”, una mano che c’è sempre stata e sempre ci sarà solo che non sempre riusciamo a vederla. Tutto ciò che dobbiamo fare è avere il coraggio di afferrarla.
Aurora Milana