“Ditegli sempre di sì”, o la freschezza di una commedia quasi centenaria al Piccolo Teatro di Milano
“Ditegli sempre di sì”, una semi-sconosciuta commedia di Eduardo De Filippo, è andata in scena dal 18 al 30 ottobre al Piccolo Teatro Strehler di Milano con la regia di Roberto Andò e con la produzione della compagnia Elledieffe- La compagnia di Teatro di Luca de Filippo. Sul palco 12 attori tra cui i protagonisti Tony Laudadio e Carolina Rosi. Il pubblico – numerosissimo – ha apprezzato molto la commedia, che è stata accompagnata da risate fragorose lungo tutta la sua durata.
Il testo è del 1927, uno dei primi testi di Eduardo, e nonostante i quasi cento anni, colpisce lo spettatore per la freschezza della scrittura. Una commedia molto divertente e dai toni leggeri e ritmati, che riesce nel difficile compito di passare la profondità dei drammi dei suoi protagonisti fra una risata e l’altra. La scenografia è pulita e curata, molto belle le luci utilizzate per darci l’effetto della luce esternai. Il napoletano che emerge a tratti – usato con sapienza come intercalare o come linguaggio dei personaggi di estrazione sociale bassa – non allontana lo spettatore né impedisce la comprensione.
Tony Laudadio ci regala un’interpretazione magnetica. L’effetto è curioso, non sembra nemmeno di stare in teatro, ma di vedere un film a tratti, tanto è credibile nei panni del pazzo Michele. Una padronanza del palco invidiabile. Anche Carolina Rosi fa un ottimo lavoro, molto naturale e in parte per il ruolo. Andrea Cioffi, nei panni del poeta/attore squattrinato Luigi, ci regala un’altra interpretazione da ricordare. Regge benissimo i toni alti e ritmati della commedia trovando però anche una credibilità vibrante e non artefatta. Sarebbe stato bello vedere tale caratteristica nella cifra dello spettacolo in generale, che così avrebbe potuto anche fare a meno di alcune strizzate d’occhio e gag verso il pubblico, soprattutto con un testo così solido.
La sensazione che arriva è di commistione di scuole e stili di recitazione, cosa alquanto naturale, visti attori appartenenti a diverse generazioni, ma forse un ulteriore lavoro avrebbe permesso di arrivare al trait d’union fra stili e modi di fare teatro diversi.
Nel complesso, una bella commedia divertente e leggera, con temi però tutt’altro che tali.
E. R.
Fotografia di Lia Pasqualino/Filippo Manzini