DIGIUNANDO DAVANTI AL MARE – Danilo Dolci emoziona il Kismet di Bari
Sala semi buia. Silenzio. Un uomo che dipinge il suo presente e, forse, quello che avrebbe dovuto essere il suo futuro. Lettere – protagoniste di questa tela bianca – dove ogni terra, ogni comunità, ogni civiltà abbandonata può trovare riscatto, può trovare uno “sciopero alla rovescia”. Ed è proprio così che il pubblico di ieri sera, al Teatro Kismet di Bari, è stato accolto da uno sfaccettato e intenso Giuseppe Semeraro pronto a dare voce e corpo a Danilo Dolci, emblema della rivoluzione pacifista siciliana degli anni ’50.
Danilo Dolci arriva in Sicilia – a Trappeto e Partinico – nelle terre di nessuno, abbandonate alla malavita, all’incuria e al silenzio delle istituzioni, rinunciando alla sicurezza e all’agiatezza che avrebbe avuto proseguendo nella sua carriera di architetto. Qui incontra Ambrogio Gallo detto “Zimbrogi” e con lui inizia un percorso di attivazione e partecipazione popolare, riuscendo a fidelizzare tutti: dai contadini ai più diffidenti ai banditi, ai pescatori di quelle terre creando insieme asili, università popolari, radio clandestine e tanti altri progetti di diffusione della cultura, unico mezzo per migliorare le condizioni di queste terre e dei bambini, futuri uomini lavoratori e cittadini consapevoli.
Tutta la nudità e la vulnerabilità di questa terra, la Sicilia occidentale, vive nelle parole di Giuseppe Semeraro che non si limita, da narratore, a raccontarci gli eventi ma – attraverso un intenso monologo a più voci – permette di vivere gli stessi drammatici momenti vissuti dai protagonisti e il pubblico, inerme, si lascia violentare da queste forti emozioni, il tutto racchiuso in uno spazio scenico ben definito da luci e musiche, con l’utilizzo di un unico oggetto di scena: una sedia rotta. L’allestimento scarno, ancora una volta povero, evidenzia la miseria co-protagonista di questo spettacolo. Il corpo di Giuseppe Semeraro, prestato per dar vita anche a quello di “Zimbrogi” , il personaggio che più colpisce – forse la parte siciliana dell’io di Danilo Dolci – è stato studiato con grande maestria e profondo lavoro sulla voce che restituisce al pubblico tutte le contraddizioni che ancora oggi la Sicilia vive.
DIGIUNANDO DAVANTI AL MARE fa parte di un progetto teatrale ideato da Semeraro stesso, che vede la regia di Fabrizio Saccommano, la drammaturgia di Francesco Niccolini e la produzione della compagnia teatrale leccese Principio Attivo Teatro 2016. Storie e fatti realmente accaduti, ma che oggi sono cosi attuali e sintomo di una società che ha ancora bisogno di tanti Danilo Dolci per crescere, migliorare, cooperare e che digiunino davanti al mare protestando a suon di Bach: “Ciascuno cresce solo se sognato” questo è il messaggio, un messaggio di speranza e di invito a lottare pacificamente e a resistere.
Annarita Amoruso