”Diario di un’anima” di Daniela Pironti
Di chi è l’anima che viene sviscerata sotto lo sguardo attento del lettore, o almeno, di chi lui pensa sia? La protagonista di questo libro di Daniela Pironti è Lucilla, giovane ragazza diciassettenne che vive a Sassonia. L’adolescenza di Lucilla, prima di numerose fasi dolorose che vivrà nella sua vita, scorre in giornate alquanto monotone in cui si divide tra la scuola, suo padre colpito da un ictus e i suoi pensieri scritti su foglietti di carta. Questi foglietti saranno l’ancora a cui si appoggerà per gran parte della sua vita, il proprio mondo di dolore nel quale rifugiarsi per sfuggire a quello vero. Il suo problema più grande è continuare a innamorarsi di ragazzi che però la vedono sempre e solo come un’amica. Perché? Proprio non riesce a spiegarselo. Il suo carattere riflessivo comincia man mano a emergere, ma inizierà a dare risultati solo dopo molti anni. Un altro piccolo spillo che le ferisce il cuore è l’indifferenza delle sorelle con cui non avrà mai un vero e proprio rapporto, per via di caratteri troppo diversi ed esperienze di vita altrettanto lontane, nonostante la condivisione della stessa città, lo stesso tetto e la stessa famiglia, ma non della stessa infanzia.
La giovane donna, sempre affascinata dalla giustizia, decide di laurearsi in giurisprudenza, ma le sue prime esperienze lavorative iniziarono da subito a farle venire qualche dubbio. Passando dallo studio di un avvocato civilista a uno divorzista e frequentando poi un corso da giudice, Lucilla si rende conto che non era quello il suo mondo. Quindi, per guadagnare qualche soldo inizia a lavorare in un bar dove incontrerà l’uomo che l’avrebbe ossessionata per anni: Pietro. Quale è il significato di tale ossessione? Lucilla lo avrebbe capito solo più tardi, continuando a farsi travolgere da situazioni e relazioni malsane, passando il tempo in un tunnel di sofferenze che sembrava non terminare mai. Ma forse, per trovare una risposta o una soluzione, bisognava solo avere più fiducia in sé e volgere lo sguardo al passato, per intraprendere, infine, la strada giusta.
Lucilla è un personaggio che mette il lettore in difficoltà. Lucilla può sembrare inconcludente, troppo indecisa e come viene detto nel libro, la classica persona affetta dalla sindrome di Peter Pan. Però non è così. Lucilla è una ragazza che ha sofferto tanto, una ragazza che è sempre stata sola, che ha sempre avuto paura di intraprendere rapporti sani con le altre persone per paura di non poterli reggere. Lucilla, non essendo stata amata nel giusto modo durante l’infanzia, si è portata dentro di sé la piccola bisognosa di coccole, spaventata dalla vita e non in grado di prendere le giuste decisioni. Il racconto di Lucilla è preceduto, all’inizio di ogni capitolo, da una poesia o da scritti di qualsiasi provenienza, tratti dalla Bibbia, dal Corano e da molte altre fonti, utili per comprendere quale sarà il tema chiave di quelle pagine. I ragionamenti che fa la protagonista di quest’opera aiutano, almeno in parte, a capire noi stessi, quello che siamo e quello che abbiamo paura di essere. “Diario di un’anima” (Caosfera, Collana Riflessioni, pp. 328, euro 18) di Daniela Pironti fa riflettere sull’importanza di capire se stessi e di vivere la propria vita senza rendersi dipendenti dagli altri. È una fiaba, benché amara, che mette in crisi e fa venir voglia di scoprirsi, di scoprire la propria anima e magari, perché no, scriverla su delle pagine.
Chiara L.