“Deficit di attenzione e iperattività” di Deny Menghini e Stefano Vicari
Il libro “Deficit di attenzione e iperattività” (Carocci Editore, Collana Bussole, 2020, pp. 112, euro 12) possiamo definirlo come se fosse una finestra aperta sul Deficit di attenzione e iperattività dall’Unità operativa complessa di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, diretta dal Prof. Stefano Vicari, ordinario presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, in cui collabora la psicologa e psicoterapeuta cognitive-comportamentale Dott.ssa Deny Menghini.
Nel corso del testo, accompagnato da una esperienza clinica e pedagogica, le difficoltà legate al disturbo vengono man mano dipanate illustrandone inizialmente le caratteristiche, curandone la storia, focalizzando quali sono i sintomi e la loro estensione all’interno della popolazione infantile e adolescenziale italiana e internazionale, per entrare più nel merito sia a livello scolastico sia in famiglia e per arrivare al come e al quando sia necessario intervenire con i genitori, con gli insegnanti o a livello farmacologico.
A livello processuale, viene evidenziato quali possano essere i rischi di una mancata diagnosi: “Nel tempo il bambino e l’adolescente con ADHD tendono a sviluppare bassa autostima, difficoltà relazionali e scolastiche e disturbi comportamentali. L’applicarsi in modo inadeguato e mutevole nei compiti che richiedono uno sforzo mentale sostenuto è spesso interpretato dagli altri come pigrizia, irresponsabilità o mancanza di collaborazione. Questo condiziona negativamente i rapporti con gli insegnanti e con I familiari e si possono verificare contrasti forti e vere e proprie manifestazioni di aggressività. Anche le relazioni con i coetanei sono frequentemente povere e caratterizzate, per lo più, da rifiuti e fallimenti”.
Ecco, questo è il ritratto delle difficoltà scolastiche e relazionali che spesso conducono all’emarginazione da parte dei coetanei. Il risultato che ne deriva comporta anche continui rimproveri a scuola e a casa, difficoltà di inserimento in gruppi sociali e sportivi. Insomma, un vissuto di grande inadeguatezza che può contribuire all’instaurarsi di modalità depressive. Se poi corriamo al futuro, il non riconoscimento potrebbe provocare conseguenze in età adulta con evidenti manifestazioni di disagio nel lavoro, nella vita affettiva e il rischio di sfavorevoli condizioni socio-economiche. E ancora, la possibilità di uso di alcol e sostanze psicotrope.
È, dunque, necessario sapere a chi rivolgersi quando si sospetta che un bambino o un adolescente possa avere un Disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività. Rivolgersi al pediatra è il primo passo che serve a verificare, ad esempio, se vi sono dei disturbi del sonno, se si presentano crisi di rabbia difficili da consolare, aggressività e, un dato da approfondire, l’assenza di paura associata al rischio di farsi del male. Ovviamente le difficoltà a stare fermo, a prestare attenzione, a rispettare il proprio turno di conversazione che provocano limitazioni a scuola, in famiglia. Un altro elemento fondante è lo stress genitoriale per la difficoltà a contenere spesso i comportamenti del proprio figlio. Per tali segnali il medico di famiglia potrà inviarlo a una struttura specialistica neuropsichiatrica. Pertanto la presa in carico del bambino e della famiglia risulta essere un aspetto fondamentale del processo che può condurre al miglioramento generalizzato della qualità della vita e ad un esito favorevole dello stesso disturbo.
Questa è la premessa per un buon intervento sia clinico sia pedagogico-didattico. Gli autori si soffermano su questo aspetto, sottolineando il come e il quando intervenire. Seguono una serie di istruzioni pratiche sia per i genitori sia per gli insegnanti, indicate per la parte di loro competenza. Infine Menghini e Vicari introducono il come procedere con l’intervento sul bambino con ADHD, illustrando i vari tipi di strategie, come il problem solving, il modeling, l’autoregolazione, il sapersi muovere a livello sociale, utilizzate all’interno del percorso di psicoterapia cognitivo-comportamentale con la finalità di ridurre I suoi comportamenti impulsivi, la disattenzione e l’iperattività.
Attraverso un caso gli autori concludono il libro, ripercorrendo in esso, non tanto la storia di un disturbo, ma soprattutto chi c’è dietro al disturbo del bambino o dell’adolescente con ADHD: una famiglia con tanti punti di forza e di debolezza che va supportata e indirizzata, una classe in cui spesso è presente lo sconcerto per non saper affrontare le criticità del momento, una struttura clinica che, in entrambe le situazioni, attraverso il parent training e il teacher training, acquisisce la funzione strategica di aiuto individuando il migliore trattamento personalizzato per facilitare il risultato scolastico, lo sviluppo relazionale e dell’autostima e una vita familiare più consona alla coesione e all’inclusione.
Salvatore Sasso