DECAMERON 2.0 AL Festival dei due Mondi di Spoleto
Più le cose cambiano più restano le stesse. E non sembrano mai essere state questo granché. È il messaggio che sembra suggerire Decameron 2.0 – le storie che ci raccontiamo per continuare a vivere – che ha debuttato sabato 30 Giugno alla Chiesa di San Simone per il Festival dei Due Mondi.
La regista Letizia Renzini, ce lo comunica attraverso un interessante progetto sperimentale che fa dialogare in inglese Theodora Delavault, voce contemporanea della narrazione con Monica Piseddu e Monica Demuru che, invece, appaiono proiettate come ologrammi sul video e si fanno portavoce delle trame, degli inganni e degli amori in linguaggio boccaccesco. Sul palco accanto ai corpi nudi dalla cinta in giù di Marina Giovannini, Jari Boldrini, Maurizio Giunti e Lucrezia Palandri, è presente anche il chitarrista Andy Moor, che propone live dei materiali musicali filologici risalenti al secolo XIII (ballate, cacce, primi madrigali). Le continue apparizioni di video, interviste selfie, screenshot e app di messaggistica con smartphone fanno quasi rimpiangere le file di adolescenti che incontriamo nelle gallerie dei centri commerciali che scattano foto all’ultima star di Amici. Anche la scenografia digital del lussureggiante giardino fiorito che Ansaldo fa sbocciare a gennaio per possedere Dianora, è resa inquietante dai messaggi di corteggiamento che scorrono in scena. Ancor più inquietante i video dei baby influencer che ci spiegano come fare un selfie ben riuscito.
Emerge in questa contrapposizione temporale una sorta di fuga dalla realtà, allora come adesso, da questo horror vacui che ci pervade. C’è quindi una possibilità oggi di salvarci da questa alienazione tecnologica dove le nostre personalità sono costruite tramite like e follower e provare creare una visione collettiva per ricominciare a nutrire lo spirito dell’uomo come un tempo? Che dire, di sicuro dopo aver visto Decameron 2.0 lo spettatore ci impiegherà qualche giorno per tornare a farsi un selfie con la bocca a papera.
Michela Bruschini
Foto di Maria Laura Antonelli