“Davide Bowie Changes. Le storie dietro le canzoni 1964-1976” di Paolo Madeddu
Giunti Editore nella Collana Bizzarre con la curatela di Riccardo Bertoncelli pubblica il primo volume dedicato a un’icona poliedrica del rock britannico, “Davide Bowie Changes. Le storie dietro le canzoni 1964-1976” (pp. 400, euro 25) di Paolo Madeddu, che raccoglie e racconta le canzoni degli album di Bowie agli albori della sua carriera, il 1964, fino al 1976. All’interno di questo minuzioso lavoro troviamo anche i singoli, gli inediti dei live, e ancora bozze di canzoni, evoluzioni, idee e appunti.
È lo stesso Duca Bianco a dar vita alla maggior parte dei suoi testi (il primo in assoluto è Take my Tip!) e i suoi dischi appaiono sin da quando aveva 17 anni, momento in cui iniziò a coinvolgere con molto interesse nei suoi progetti molti dei suoi amici, prima di arrivare al suo album di debutto. Ed ecco che partendo dalla musica blues (ricordiamo Liza Jane), beat e folk, arriva il 1966, anno in cui David Jones diventa David Bowie e, con lui, il suo primo singolo firmato con il nuovo nome, Can’t Help Thinking About Me.
L’anno dopo arriva David Bowie, l’album del debutto, con 14 brani incisi in 3 riprese “un disco totalmente dimenticabile ma aveva delle ambizioni”. Dopo tre anni arriva il successo del suo secondo album Space Oddity, in un momento molto doloroso della vita di Bowie, poi The Man Who Sold The World, un disco dalla grande coesione sonora. E ancora Hunky Dory, The Rise and Fall of Ziggy, Stardust and the Spider from Mars, Alladin Sane, Pinups, Diamonds Dogs, Young Americans fino al 1976 con Station to Station
Un volume necessario per chi vuole avvicinarsi all’artista, ma anche un libro pronto al confronto con gli appassionati di Bowie, perché apre discussioni lì dove qualcosa rimane offuscato. Tutti i testi delle canzoni di ogni album sono arricchite da aneddoti, citazioni e dichiarazioni di Bowie e di tutti coloro che gli orbitavano intorno.
Marianna Zito