Daniela Terreri – L’intervista
Daniela Terreri, l’incantevole voce di “Baciami piccina”, porta in giro per l’Italia le canzoni del nostro Swing. Qui si racconta condividendo, con l’allegria e la verve che la contraddistinguono, i ricordi dei suoi studi, dei suoi primi lavori e dei suoi impegni attuali, come cantante, attrice, ma anche insegnante.
1 – Hai detto in un’intervista che “Quando il treno passa, devi esse’ pronta!” e tu pronta lo sei sempre stata, vista la tua preparazione artistica su più fronti. Tra gli altri, hai seguito anche un corso di recitazione diretto da Enzo Garinei: che ricordi hai?
Frequentare le scuole di recitazione è sempre una bellissima esperienza. Ho infatti un bel ricordo di quella scuola, lì ho vissuto dei momenti indimenticabili. La mia era una classe composta da giovani aspiranti artisti che poi si sono inseriti nel mondo dello spettacolo percorrendo diverse strade: c’era Dado Coletti che fece per un lungo periodo una trasmissione per bambini, Gianluca Ramazzotti che è diventato addirittura produttore di spettacoli, Serafino Giacone che adesso è un fotografo bravissimo e ancora Carola Fiorini, Alessandra Iandolo, Monica Cetti, Patrizia Pellegrino.
2 – Fondamentali poi i Diplomi di canto e pianoforte al conservatorio di Campobasso dove adesso insegni “Arte scenica”. Che “maestra” sei?
Per la mia preparazione mio padre è stato fondamentale, il mio angelo custode. Mi accompagnava in Conservatorio o a danza e aspettava ore e ore, spesso con tutte le materie da fare anche pomeriggi interi. Mi ha sempre spronato a studiare e assecondato nei miei desideri artistici. Io ricordo esattamente in Conservatorio la mia prima lezione, da alunna, di “Arte scenica”: mi ricordo esattamente l’aula, mi ricordo esattamente il momento in cui mi sono detta: “Io da grande voglio insegnare questo!”. Successivamente ho anche preso una laurea in Regia del Teatro Musicale e come insegnante sono simpatica e un poco matta ma anche molto, molto esigente.
3 – Il canto ti ha portato a lavorare in moltissime produzioni di Teatro lirico sia come cantante che aiuto regista di Franca Valeri. Cosa ha rappresentato per te questo periodo?
Praticamente io cominciai a lavorare nella regia dell’Opera proprio perché l’obiettivo era quello dell’insegnamento. Io per poter insegnare quella materia in conservatorio dovevo fare esperienza da regista. Questo era fondamentale e quindi andai a chiederlo a Franca Valeri, che ogni anno faceva un concorso lirico per giovani cantanti “Il Mattia Battistini” insieme al maestro Maurizio Rinaldi e metteva in scena diverse opere. Da lì sono usciti fuori tantissimi cantanti con i quali ho lavorato anche io e che adesso cantano nei più importanti teatri del mondo: Fiorenza Cedolins, Amarilli Nizza, Stefania Bonfatelli e molti altri. Io andai da Franca Valeri per propormi come sua assistente e lei mi disse: “Va bene, ci vediamo a Trevignano a Luglio.”; all’inizio fu un po’ distaccata perché Franca ti studia, prima di darti una parte di sé. Da lì è nata è una bellissima amicizia che dura ancora, non è mai finita. Io sono una delle sue amiche più care, le voglio molto bene e poi lei è un insegnamento continuo e la sua ironia è inesauribile. Credo che vada per i 98 anni, ma ha grande lucidità e voglia di fare. Se fosse per lei starebbe sul palcoscenico ogni giorno. Ha una grande forza, una grande intelligenza, un po’ tostarella come carattere, ma le voglio davvero molto bene.
4 – Nei tuoi più recenti lavori teatrali hai però spaziato anche in altri generi. Vuoi parlarmi di qualcuno di questi spettacoli?
L’ultimo in ordine di tempo è “Lo zio di città” dove ho avuto modo di fare la protagonista vera, Rossella, un personaggio molto forte. Dominava i palcoscenico a tutti gli effetti, con a fianco Andrea Roncato che è un simpatico compagno di lavoro. Prima ho lavorato in “E se il tempo fosse un gambero”, che per me è stato come un regalo di Dio. Io sognavo da sempre di lavorare con Saverio Marconi. Per le persone che hanno un tipo di formazione come la mia lavorare con lui, che ha portato il musical in Italia, rappresenta un punto di arrivo. Quando mi arrivò la telefonata dell’assistente che mi chiedeva la disponibilità per questo spettacolo io rimasi veramente contenta, non credevo alle mie orecchie: è stato un obiettivo raggiunto. Lui è molto severo come regista, veramente tosto, esige la perfezione. È un bellissimo ricordo perché adoro la commedia musicale italiana, io me la sento proprio dentro. Un altro spettacolo che porto nel cuore e che ho fatto qualche anno fa è “Cinecittà” con Christian De Sica per la regia di Giampiero Solari. Adoro lavorare con Christian. È un artista e un uomo molto generoso. L’anno seguente dovendo girare “Provaci ancora Prof” non feci il secondo anno di tournée, per me fu un grande dolore. Anche Christian ci rimase molto male. Io speravo di poter combinare le due cose e in qualche modo trovare una soluzione, feci di tutto per farlo.
5 – Uno spettacolo con cui si può ascoltare la tua bellissima voce è “Baciami piccina – le canzoni dello swing italiano”, con Antonello Capuano alla chitarra e Oreste Sbarra alla batteria. Raccontami di questo show, delle canzoni e degli appuntamenti che ci saranno.
“Baciami piccina” è nato dalla passione che abbiamo in comune io e Antonello per lo swing e soprattutto per le canzoni di un’altra epoca. Io adoro cantare con Antonello, perché è un chitarrista e anche un arrangiatore sofisticato e preciso. Da poco a noi si è unito Oreste Sbarra alla batteria, ci voleva proprio il supporto della ritmica e siamo felicissimi. Sono programmate due date al Teatro Testaccio di Roma ad aprile e stiamo cercando altre proposte, altri inviti in tutta Italia: con questa nuova formazione siamo pronti a girare. È uno spettacolo che piace molto, l’ho visto dal riscontro che ha con il pubblico. Passiamo dalle canzoni di Natalino Otto, Quartetto Cetra, Trio Lescano fino ad arrivare a Paolo Conte, Renzo Arbore, Sergio Caputo. Ci sono decenni di musica swing italiana e io parlo, chiacchiero, racconto anche degli aneddoti. È divertente ma richiede un ascolto: lo facciamo principalmente in piccoli teatri.
6 – Hai lavorato molto anche dietro la macchina da presa per cinema e televisione. Con le fiction ti sei fatta apprezzare dal grande pubblico. Cosa hai in programma nel tuo prossimo futuro?
Sì, io tra gli altri ho avuto la fortuna di lavorare con Sabrina Ferilli che per me rappresenta un’amicizia molto bella. Sabrina mi ha voluto con lei diverse volte. Vedi, sono stata aiutata dalle donne: Franca Valeri mi ha inserito nel mondo della lirica, mi ha insegnato il mestiere, con Sabrina c’è stata da subito grande familiarità, ci vogliamo un bene vero, sincero. Per quanto riguarda “Provaci ancora Prof”, di cui avremmo dovuto fare l’ottava stagione, è caduto il silenzio. Per adesso non se ne parla, per cui non sappiamo se continuerà o meno. Dovrò fare dei provini e vediamo che cosa verrà fuori. In realtà è molto difficile fare i provini in Italia. Per fortuna vengo spesso chiamata direttamente da chi mi conosce artisticamente, ma mi piacerebbe avere l’opportunità di farmi vedere facendo anche dei provini su parte.
Francesca Padula