“Daniel Orme” di Herman Melville
Cosa si nasconde dietro il “Daniel Orme” di Herman Melville? Potrebbe essere un testo autobiografico o un testamento – come ci spiega Dario Pontuale nella sua dettagliata Prefazione – o una delle tante bozze appartenenti ad altri lavori. La casa editrice Valigie Rosse – nella nuova collana Jet Leg, dedicata a piccoli gioielli della letteratura internazionale – ne propone per la prima volta il testo originale e la traduzione completa di Andrea Comincini.
Ci troviamo di fronte sì a un racconto breve che però ci descrive e raffigura tante altre cose, come ad esempio la descrizione di questa ombrosa figura, in tutte le sue fattezze e peculiarità: un vecchio lupo di mare scontroso, rude e misterioso che ci si palesa davanti con tutte le vicende ombrose appartenenti al suo passato, le sue cicatrici e non solo che lo sono lì immobili a raccontarlo, attraverso la sua stessa pelle.
Ecco ciò che lo stesso autore definisce uno schizzo, ma che forse anche involontariamente riesce a prendere ai nostri occhi una forma ben definita: un vecchio gigante corsaro che fuma la sua pipa di fronte al mare e che continuerà a farlo fino all’ultimo dei suoi giorni.
“Daniel Orme” è una chicca, un gioiello raro da “proteggere” e rileggere ogni qualvolta ci vengono dubbi su cosa resta e resterà della nostra esperienze, delle nostre abitudini e del nostro nome sulla terra, nel momento in cui non ci saremo più.
Marianna Zito