Dalla Russia le “foglie sparse” di Alessandra Jatta
“Note gettate sul quaderno, trasportate in balia del vento, sollevate dalla tempesta. Alcune ritrovate: foglie consumate, non dal sole ma dal fuoco dei villaggi incendiati. Foglie d’inverno, strappate al bell’albero un tempo così forte. Tutte secche, pronte a cadere insieme al Grande Paese… Avrei voluto raccogliervi tutte prima che diventaste cenere, conservarvi per coloro che sanno quanto fu grande questo tronco mutilato che ora viene calpestato, per quelli che credono che la grande quercia rinverdirà in una lontana primavera e che i popoli accorreranno ancora sotto la sua ombra protettrice.”
“Foglie sparse” (Voland, 2022, pp. 216, euro 17) è il romanzo d’esordio di Alessandra Jatta, un’avvincente storia nella storia, intima e vera, quella di una famiglia e di un intero Paese che cambia, che cade e prova a rinascere. Quella che la Jatta ricostruisce è la storia della sua famiglia, quella degli Olsufiev, famiglia russa vicina ai Romanov, sullo sfondo della rivoluzione d’ottobre. La storia di Olga, lontana dal marito impegnato al fronte, è la storia di una donna tenace che dovrà difendere sé stessa e i cinque figli dalla ferocia della guerra e che si troverà a decidere da sola le sorti della sua famiglia. Sarà durante la fuga che Olga e Keta – la njanja – raccontano ai cinque bambini la loro storia familiare e quella dei Romanov, la vita mondana, i legami tra le due famiglie, la vita a corte e Rasputin, tra storia vera e leggenda. I fatti raccontati sono incalzanti e i bambini vogliono saperne sempre di più e insieme a loro anche il lettore viene trasportato dalla magia di queste narrazioni che ricordano tanto le storie raccontate dai nostri nonni, passionali e carnali diverse dalle fredde ricostruzioni dei libri di storia.
Pagina dopo pagina, ci viene raccontata la rivoluzione proletaria, l’ascesa dei bolscevichi, il crollo dell’Impero russo, i titoli nobiliari aboliti, la sostituzione del calendario giuliano a favore di quello gregoriano, la febbre spagnola che miete vittime insieme alla guerra. Insieme alla Russia che cambia e perde i suoi figli, il lettore ha modo di seguire gli spostamenti della famiglia Olsufiev, iniziati poco prima della rivoluzione d’ottobre, grazie all’intuizione di Olga che comprende come l’avvicinarsi della caduta della famiglia zarista corrisponda inesorabilmente anche alla fine del loro mondo, per cui in fretta dovrà dimenticare il proprio status sociale e imparare a fare a meno dei beni materiali di cui disponeva. Olga sarà una donna in fuga che perderà molto ma mai la sua forza. E sarà quella forza che porterà in salvo la sua famiglia, in un Paese lontano, l’Italia, icona di un luogo dove poter ricominciare a vivere. Commovente il dialogo con una zingara a cui Olga chiede di conoscere il futuro della sua famiglia e se torneranno mai in Russia:
“Tu no, e neppure i tuoi figli. Forse alcuni dei tuoi nipoti, ma la Russia non sarà più la loro Patria.”
“Com’è possibile?”
“Vi spargerete nel mondo come foglie in una tromba d’aria, e ovunque andrà la tua progenie porterà con sé il tuo sangue, la tua forza.”
Il futuro che la zingara rivela a Olga può essere letto in diversi modi. Di certo per Olga è un bene sapere che riuscirà a salvarsi, ma sapere che è il suo paese che la sta cacciando lascerà delle ferite importanti. La zingara, al termine del consulto non mancherà di rivelare a Olga il suo disprezzo, rifiutando un anello portato in dono. Il rifiuto di quel gioiello ha un alto valore simbolico: la zingara vuole che Olga lo lasci ai figli come unico legame tra loro e la Russia e anche a ricordarle dove hanno sbagliato perché quei gioielli ora sono tutto ciò che resta di un mondo che non esisterà più:
“Mentre voi ballavate alla corte dello zar ricoperti d’oro e di pietre preziose, i contadini non avevano cibo e neppure di che scaldarsi…E ora questi gioielli sono tutto quello che vi resta e non li potete accendere, né mangiare…”
“Foglie sparse” è un perfetto connubio tra saga familiare e romanzo storico, scritto in maniera scorrevole e coinvolgente. Un libro tragicamente attuale nella descrizione di perdite di vite umane e beni materiali, dove la fuga di Olga per la salvezza ricorda quella delle tante persone in fuga oggi dal loro Paese.
Sara Pizzale