Dal 23 al 25 gennaio: OHT | Office for a Human Theatre Italia a Triennale Milano Teatro
OHT, tra le formazioni rivelazione della ricerca in Italia negli ultimi anni, torna a Milano per presentare il lavoro che l’ha fatta conoscere al grande pubblico: con CURON / GRAUN, Filippo Andreatta sceglie di confrontarsi per la prima volta con il teatro musicale ispirandosi alla musica di Arvo Pärt, affrontando l’ambiguo e sempre irrisolto rapporto fra l’uomo e il paesaggio.
Al centro del lavoro, e della scena, la vicenda dell’omonimo paese altoatesino sommerso dalle acque nel 1950: in quell’anno la costruzione di una grande diga unificò infatti il lago di Resia e il lago di Mezzo sommergendo 523 ettari di terreno coltivato e 163 case dell’antico abitato di Curon in Val Venosta. La costruzione del più grande bacino idrico dell’Alto-Adige – lungo sei chilometri e largo uno nel punto di massima apertura – fu inesorabile, nonostante le vive proteste (una delegazione sudtirolese si rivolse addirittura a Papa Pio XII per scongiurare la realizzazione dell’opera), e coinvolse migliaia di operai che scavarono 35 chilometri di tunnel sotterranei, utilizzando 1.500.000 quintali di cemento, 10.000 tonnellate di ferro e 800 tonnellate di esplosivo (per la prima volta in Italia venne usata la nitroglicerina per radere al suolo il centro abitato di Curon e parzialmente quello di Resia, che vennero ricostruiti in posizioni più elevate). Il testo e le immagini filmate si mescolano con la performance live immergendo il pubblico in un’esperienza epifanica e ipnotica, dove il campanile della chiesa del paese sommerso di Curon diventa l’unico protagonista del palco insieme ai musicisti dell’Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi di Milano. In linea con le sfumature politiche della produzione più recente di OHT, lo spettacolo ritrae un paese affogato, dove il suono della campana – tipico dello stile “tintinnabuli” di Arvo Pärt (dal latino tintinnabulum, “una campana” appunto) – fa emergere con veemenza le forze invisibili del paesaggio alpino. L’azione scenica, nello spazio privo di attori, parte dal silenzio e dai rintocchi fantasma del campanile di Curon per connettere lo spettatore a una rinnovata struttura narrativa del teatro musicale. Una narrazione rallentata, i cui parametri rientrano nel dominio del sacro che Pärt ha esplorato a fondo nella sua opera, nella quale l’evacuazione coatta del piccolo paese diventa l’espediente narrativo per utilizzare solo testo e immagini come unici elementi scenici, nel tentativo di riavvicinare il teatro alla sua radice più profonda, quella di comunicare attraverso l’immobilità e il silenzio.
In occasione dello spettacolo, per il ciclo Open Night venerdì 24 gennaio alle 21.30 Triennale Milano Teatro presenta Pärticles, inedito progetto sonoro ispirato alle musiche di Arvo Pärt, realizzato attraverso l’utilizzo di manipolazioni digitali, elaborazioni e sovrapposizioni ritmiche. Il progetto, firmato dagli studenti del corso di Sound Design di IED Milano coordinati da Painè Cuadrelli, sarà disponibile anche in streaming sulla piattaforma Mixcloud. Chiude la serata il dj set a cura di Guglielmo Prati del collettivo Intersezioni. Nato l’11 settembre 1935 a Paide, Arvo Pärt è un compositore estone noto per la sua musica sacra. Dopo un primo periodo di studio della musica dodecafonica, nel 1971 Arvo Pärt entra in silenzio contemplativo dedicandosi esclusivamente allo studio della musica sacra e gregoriana con particolare attenzione al periodo medioevale e rinascimentale. Dopo sei anni, nel 1977, interrompe il suo silenzio con un genere musicale che lo contraddistingue: il “tintinnabuli”, ovvero un suono simile a una campana. I maggiori lavori di questo periodo sono Tabula Rasa, Cantus in memoriam Benjamin Britten, Spiegel im Spiegel e Fratres. Da questo momento Arvo Pärt è considerato uno dei pionieri del minimalismo e del minimalismo sacro, seppur lui non si sia mai definito un minimalista, e le sue composizioni affascinano il mondo intero. Seguono numerose onorificenze internazionali: nel dicembre del 2011 Papa Benedetto XVI lo investe del titolo di Membro del Pontificio Consiglio della Cultura, mentre nel 2016, l’Università di Oxford lo elegge Dottore Onorario in Musica.
Fondata da Filippo Andreatta nel 2008, OHT | Office for a Human Theatre indaga la realtà e la sua rappresentazione senza vincoli formali, disciplinari ed emotivi. La compagnia ha collaborato con istituzioni nazionali e internazionali quali, tra le altre, il Centro S.Chiara di Trento per lo spettacolo Debolezze (2016), l’Office National Diffusion Artistique francese per l’Artists’ Salon di New York City (2016), Triennale Milano Teatro per Una Minuta Retrospettiva dedicata agli spettacoli di OHT (2015), la Albers Foundation (USA) per un progetto teatrale su Josef Albers (2015), la Whitechapel Gallery di Londra (UK) per la video installazione buzz (2014), il MAXXI Museo delle arti del XXI secolo di Roma per lo spettacolo Delirious New York (2014), l’IIC di Vienna (AT) per lo spettacolo autoritratto con due amici (2013). Centrale Fies e MART – Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, sono stati e sono frequenti partner dei vari progetti menzionati e di altri ancora, sia per produzioni sia per debutti.
Fondata nel 1993 da Vladimir Delman, l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi sin dai suoi esordi si impone a Milano e in tutta la Lombardia come punto di riferimento imprescindibile per il repertorio sinfonico. Sede dei primi concerti è la Sala Verdi del Conservatorio di Milano per poi passare al Teatro Lirico fino al 6 ottobre 1999 quando viene inaugurata, con la Sinfonia n. 2 Resurrezione di Mahler diretta da Riccardo Chailly, la nuova sede stabile dell’Orchestra, l’Auditorium di Milano Fondazione Cariplo. Dal 1999 ad oggi sul podio della Verdi si sono susseguiti tre direttori musicali di altissimo prestigio e fama internazionale: Riccardo Chailly, Xian Zhang, Claus Peter Flor. Accanto a loro, l’Orchestra ha ospitato alcune delle più prestigiose bacchette della seconda metà del Novecento, da Carlo Maria Giulini, Peter Maag, Georges Prêtre a Vladimir Fedoseyev, Helmut Rilling, Patrick Fournillier e Riccardo Muti. Tra i solisti ospiti, protagonisti di memorabili concerti, si distinguono Martha Argerich, Aldo Ceccato, Tibor Varga, Steven Isserlis, Lilya Zilberstein, Kolja Blacher e Yefim Bronfman. Impegnata nella stagione sinfonica realizzata ogni anno nella sua sede milanese, di sovente l’Orchestra è invitata a suonare in Italia e all’estero (Svizzera, Francia, Germania, Inghilterra, Russia, Giappone e Kuwait). Tra le esibizioni di prestigio si distinguono i quattro concerti in presenza di Sua Santità Benedetto XVI; il concerto straordinario per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia e per la ricorrenza delle Cinque Giornate di Milano, alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano; l’esecuzione alla Scala di Milano del War Requiem di Britten per il decimo anniversario dell’11 settembre con Orchestra, Coro sinfonico e il Coro di Voci Bianche diretti da Zhang Xian. Parallelamente all’attività concertistica l’Orchestra ha sviluppato un’intensa attività discografica, spaziando dal repertorio verdiano e rossiniano al sinfonismo romantico e russo.
23-25 gennaio 2020 ore 20.00, Triennale Milano Teatro, Viale Alemagna 6 20121 Milano. I biglietti si possono acquistare sui siti www.triennale.org e www.vivaticket.it oppure presso i punti vendita Vivaticket e la biglietteria di Triennale Milano nei seguenti orari: martedì-domenica 10.30 – 19.30