“CREPAPELLE” DI E CON MARIA CASSI ALLA CITTÀ DEL TEATRO DI CASCINA
Sala stracolma per “Crepapelle”, di e con Maria Cassi, in scena alla Città del Teatro di Cascina sabato 2 marzo.
“Rire comme un bossu”, recita il sottotitolo, che tradotto letteralmente sarebbe “Ridere come un gobbo”, cioè piegato in due dalle tante risate… Beh, rende davvero l’idea! Sono bastati soltanto pochi attimi dopo l’entrata in scena della Cassi per far partire un concatenarsi di risate continue, incontrollabili. Ma di quelle di gusto, per cui ti giri verso la persona con cui sei giunto in teatro per condividere quegli incredibili momenti e ti accorgi che sta ridendo esattamente come te. L’amore per Parigi e per Firenze anzi, per essere precisi, per Fiesole, sua vera città di origine, ha generato l’idea di questo spettacolo. Una rappresentazione che parla delle città e dei suoi abitanti, in modo sì da innamorata, ma con tutta l’ironia possibile, aiutata indubbiamente dalla Toscanità, che emerge e prorompe come un carnevalesco abbraccio, in modo del tutto coinvolgente. [“Perché il toscano, al contrario del parigino, che rimane ingessato nei suoi mille e più “Pardon!”, ama sempre gesticolare quanto “tocchicciare”…]
Non ci può essere modo migliore di terminare una settimana, soprattutto se essa è stata particolarmente stressante o pesante, che assistere al travolgente monologo di Maria Cassi. Un talento apprezzato in tutta Europa, addirittura osannato in Francia e che ha riscosso grandi successi anche oltreoceano. Un inno alla vita ed alla allegria il suo, qualcosa che richiama alla mente il detto romanesco “Chi te fa ride’, te salva la vita senza sapello.” Beh, forse Maria lo sa ed è per questo che mette tanta passione nel suo lavoro. La sua performance ha tali effetti benefici sull’umore, che potrebbe essere considerata un’ottima cura contro la tristezza! Per far comprendere la sua eccezionale bravura a chi non la conosce, si potrebbe far riferimento ai tanti One Man Show di Gigi Proietti, dove egli con la mimica che lo contraddistingue, i suoi giochi di parole, i suoi versi onomatopeici dà vita a decine di caricature, una più divertente dell’altra. Come lui, la Cassi, recita, canta, si muove a ritmo di musica e crea mondi, racconti, storie, con quel suo volto plastico e quella gestualità che denota una grande familiarità con le abilità da mimo, innato o studiato, chi lo sa!
Infine, nella scenografia essenziale composta da una comoda poltrona, una sedia e un ombrello, lei, assolutamente di classe con il suo completo perfetto in ogni tempo ed in ogni luogo – camicia bianca, pantaloni neri con bretelle e scarpe stringate – intona la “Vie en rose”. Così, mentre leggere nuvole di fumo alzandosi creano una strana atmosfera, lo spettatore si sente portato davvero a Parigi, in uno di quei locali dove puoi bere qualcosa mentre ascolti musica dal vivo. Una magia e una suggestione meravigliose!
Francesca Padula