Credo in un solo Dio, pallone onnipotente! “Spoglia-toy”di Luciano Melchionna al Teatro Colosseo di Torino
Undici calciatori, un mister e un macabro angelo zoomorfo in un angolo.
Gli spettatori entrano nello spogliatoio e si sistemano, come meglio possono, attorno ai giocatori che discutono animatamente di tattiche, reti e formazioni. L’allenatore entra e pronuncia un monologo che dovrebbe incitare la squadra, ma che in realtà sin da subito scoperchia la cloaca sociale delle incoerenze che caratterizzano la vita di molti. Il discorso è muscolare, tensivo, madido: il mister, moderno sobillatore, fomenta gli animaleschi fanciulli affinché vincano la partita e trionfino sul mondo.
E poi ogni giocatore conduce un gruppo di spettatori al proprio armadietto: lui si sveste, indossa la divisa e – in camera caritatis – racconta la sua storia, la vita al di là del campo. C’è chi vorrebbe laurearsi, c’è chi vorrebbe avere un figlio, c’è chi non sa uscire dall’ossessione dell’xbox, c’è chi è innamorato di un altro calciatore. I ragazzi si spogliano, tolgono le maschere coriacee degli atleti gloriosi e si rivelano nella loro essenza emozionale. E così emergono delle anime che hanno il bisogno fisiologico e comprensibile di condividere le proprie viscere, i propri adombramenti, i malesseri, i languori e anche le perversioni. E il pubblico, voyeur obbligato, in un quarto d’ora impara a conoscere una piccola parte di una imponente realtà: secondo le regole dello spettacolo, infatti, si può ascoltare solo uno dei personaggi. Le altre vite si possono solo immaginare. E l’esperienza prismatica del dialogo con i calciatori, peraltro, lascia intendere molto della natura umana, che può sopportare solo un frammento di realtà alla volta. Tutti loro hanno scelto di diventare delle icone, dei giocattoli manovrati da entità più o meno identificabili. Tutti quanti hanno deciso di rifugiarsi nel calcio, di essere i facitori dei goal che i tifosi possono solo sognare. E il calcio, che non è più uno sport ma un culto, li ha fagocitati e li ha trasformati nelle bestie di un paradiso etimologicamente inteso. E se qualcuno, tra una chiacchiera e l’altra, prova a citare Sartre o Borges, la squadra gli ricorda che qui si pensa a giocare, non si pensa a studiare! E poi arriva anche lei, l’angelo ferino che prima incombeva sugli spettatori e che ora vuole dire la sua. Si presenta come SS, Società Stessa, e domina la scena come farebbe un insigne comiziante che sbrodola le sue opinioni, i suoi giudizi, le sue rivelazioni. D’altronde lei è l’incarnazione di tutte le contraddizioni del mondo, è l’ambasciatrice di tutte le discrepanze tra la realtà delle icone e quella effettiva. E quindi ha molto da dichiarare, da spiegare, da confessare: ci darà novanta minuti per sfogarci, per svagarci, per dissociarci, ma ci chiede di fare tutto questo in memoria di lei e, soprattutto, in memoria di noi.
“Spoglia-toy” è una performance irriverente che, attraverso la logica di una originale provocazione immaginifica, riesce a raccontare una grande verità che alcuni sanno, che tutti percepiscono e che pochi ammettono: c’è una farraginosa realtà superficiale, ma poi pochi riescono a infrangere le apparenze per andare oltre. E questo è un discorso che va al di là del calcio, è un ragionamento che riguarda qualsiasi tifo, ogni (presunta) passione, ogni fanatismo. I testi sono stati scritti da Luciano Melchionna, pluripremiato drammaturgo e regista latinense che è riuscito a creare una sfolgorante occasione teatrale la cui profondità di contenuti punta dritta alla coscienza dello spettatore, che esce dal teatro con delle risposte da cercare. Ciò che piacevolmente stupisce, poi, è il luogo: per un’istituzione come il Teatro Colosseo di via Madama Cristina, inserire nel cartellone uno spettacolo d’avanguardia come questo è sicuramente una mossa intelligente che il pubblico ha saputo apprezzare.
Certo, è difficile riassumere in poche righe l’essenza di questo show. Di sicuro, l’ideale sarebbe vivere l’esperienza. Quindi, se potete, passate dal Teatro Eliseo di Roma, che ospiterà “Spoglia-toy” fino al 26 maggio. Altrimenti, fate attenzione al cartellone del Colosseo per l’anno prossimo: i ragazzi di Melchionna potrebbero tornare per raccontare ancora una volta le loro storie.
Davide Maria Azzarello