COUS COUS KLAN all’Elfo Puccini di Milano
Il sipario si apre e il pubblico si trova davanti a due roulotte sgangherate e a una macchina abbandonata, un mondo a parte rispetto a quello che sta al di là della “recinzione”. Lo spettacolo ci parla di chi si trova fuori dalla società e dal mondo ordinario, tra la recinzione e il cimitero, dove manca l’acqua e dove le ricchezze arrivano da ciò che viene messo nelle bare. Una comunità a parte che rappresenta sfaccettature di quello troviamo ovunque, ma che forse viene volutamente ignorato o sottovalutato nel mondo borghese: depressione, disabilità, integrazione razziale, omofobia, pedofilia, religione e molto altro. Questi aspetti sono qui analizzati a fondo e fino all’estremo e – grazie alla drammaturgia di Gabriele Di Luca – portano a riflettere attraverso il mezzo più efficace: la risata.
Assistiamo alle vicissitudini dei personaggi, ridendo e assimilando il significato e le situazioni senza fatica o pesantezza perché al contempo sono intrise di umanità, la parte più profonda e problematica dell’io, ma non per questo la meno valorosa; la regia intelligente di Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti e Alessandro Tedeschi intrattiene per due ore filate senza stancare, con dinamismo e un ritmo arguto.
Il cous cous klan è l’unione delle forze verso il riscatto e risulta vincente nell’impresa, anche se porta con sé nuove consapevolezze e ritorni alla propria identità. Bravissimi gli attori di Carrozzeria Orfeo Angela Ciaburri, Alessandro Federico, Pier Luigi Pasino, Beatrice Schiros, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi che regalano momenti di grande impatto e divertimento con ogni personaggio, ognuno di loro, nel suo problema, trova una nuova luce sulla propria strada e dei nuovi occhi sulla propria vita.
Roberta Usardi
Foto di Laila Pozzo