“Correzione”, la raccolta poetica di Giorgio Anastasia
Alcuni sostengono che ci sarebbe bisogno di una rivoluzione degli affetti, e in particolare della gerarchia degli affetti: perché tanta importanza all’amore, alla singola persona amata sopra tutti gli altri, quando senza gli amici non saremmo mai davvero felici? Invece, la società in cui siamo immersi, capitalista e individualista, ci fa perdere di vista spesso l’importanza di questa collettività variegata che ci avvolge, ci sostiene, ci stimola, nella pace e nel conflitto, a tirare fuori parti di noi. A muoverci, a evolvere. A emozionarci.
È questo il valore che leggo nelle parole di Giorgio Anastasia, che ho conosciuto nelle serate di “Frittate poetiche”, circoli di poesia autorganizzata, tra amanti, amatori e amici del vivere urbano con sentimento. Nella sua raccolta ci sono tutti, gli amici, nominati senza anonimato, indicati per le loro caratteristiche migliori e peggiori, sempre con affetto e senza giudizio, pur nella crudeltà dello sguardo. Tutti, anche più volte, Fergal, Tommy, Gianni, Antonio, Alma, Martina, Francesca, Monica e la moglie Laura, e numerosi altri compagni di serate e di reading. Ci sono i luoghi più famosi dell’underground napoletano, le vie del centro storico, gli eventi performativi come “Valvola microfono aperto”, il Superfly, la SalaSole, la Piccola Galleria Resistente, il Punk Tank…
E nello stesso spirito delle serate collettive in cui gli autori si incontrano per “poetare”, i testi di Giorgio sono corali, celebrazioni di voci che si mescolano nel flusso della notte. Sono esperienze personali e collettive dai toni ironici, amari, cui seguono ondate di nuovi entusiasmi. Esplora temi come l’amicizia, la solitudine e la futilità della comunicazione tra persone. Un linguaggio colloquiale connotato da una musicalità intrinseca, cattura attimi di quotidianità e le sue complessità, portando con leggerezza riflessioni e turbamenti.
“Sono ripetitivo con Francesca
le ricordo le cose importanti da evitare
o al massimo da provare
senza giudicare ad ogni costo
non innamorarsi di uomini sposati
o conviventi o in perenne crisi
non innamorarsi di uomini più vecchi
o con evidenti problemi di dipendenza
o che viaggiano spesso per lavoro
non innamorarsi di uomini autoreferenziali
con spiccata distruttività
o di quelli che ce l’hanno più grande degli altri…”
L’autore si rivolge a Francesca, la sua amica, ma potrebbe essere la mia, o la tua, parlando delle relazioni moderne, le trappole dell’attrazione, e con schiettezza, con sguardo disincantato e ironico, fa il verso ai consigli che inevitabilmente si danno in ambito sentimentale. I classici consigli che si danno, per non essere seguiti.
“Alla festa di Dario mancavano
whisky gin e vodka
brandy cognac e l’armagnac
rhum tequila e cachaça
non si poteva avere un Martini Dry
un Long Island un Manhattan
un Margarita e un Negroni Sbagliato…”
Una scena di una festa racchiusa in un elenco di bevande alcoliche, con un tono ludico e amaro, come se fossero gli ingredienti mancanti per il successo dell’evento. L’elenco diventa una sorta di refrain che sottolinea l’atmosfera di incompletezza e delusione, richiamando la vacuità di certi momenti sociali, quando segue l’insoddisfazione alle aspettative.
Sicuramente il brano a cui sono più legata è “La piccola galleria resistente”, luogo dove ho conosciuto Giorgio.
“Alla Piccola Galleria Resistente
mi sono presentato con del pessimo vino
volevo una pessima serata con pessime persone
e all’inizio la direzione era quella”
L’attacco è simile all’amarezza di altri brani, ma questa volta succede qualcosa di inatteso. Le persone presenti all’evento si uniscono nella declamazione delle poesie che raccontano delle proprie fragilità, della propria intimità, della propria umanità.
“così abbiamo iniziato con una luce bianca e fredda
a recitarci addosso gli enigmi
le incomprensioni i paradossi
e mi sono reso conto che
in fondo sono uno stronzo
che la frittata di Monica è buona
che le patate dell’indiano sono deliziose
che Tommy dice cose interessanti
che Fergal è bravo quando canta
che Gianni Pacifico Conni
Martina Laura Antonio
e gli altri della Piccola Galleria Resistente
sono degli amici fantastici”
La raccolta è permeata da un senso di malinconia e rassegnazione, ma anche da una sottile vena di speranza, sospesa, inattesa, insinuata.
La frittata di zucchine, le patate al forno, le conversazioni apparentemente senza senso e l’ukulele di Fergal diventano simboli di un microcosmo in cui l’autore trova conforto e bellezza.
Il tono ironico iniziale, quindi, si trasforma in una sorta di celebrazione della quotidianità e dell’amicizia, rivelando una gratitudine sottesa per le relazioni umane.
Di Giorgio mi piace questa capacità di muoversi sui limiti, sulle ambiguità, e l’onestà di mostrarsi “stronzo” (intanto scegliendo di portare del pessimo vino), di mostrare la banalità e l’insoddisfazione che tutti viviamo, senza doverla incensare. La difficoltà di essere se stessi e di stare con gli altri quando si è in prima persona ostacolo a se stessi. E coltivare ciò che nell’inferno, inferno non è.
“Correzione” (Artestesa, pp. 163, euro 10) è il secondo libro della trilogia sull’amicizia di Giorgio Anastasia, poeta della sera, quando la sua tastiera informatica diventa luogo di creazione, anche se Giorgio me lo immagino più a prendere appunti su fogli sparsi, scontrini e tovaglioli, e poi a riassemblare parole ed emozioni in momenti di pausa.
La raccolta si compone di cento poesie suddivise in dieci sezioni, arricchite dalle illustrazioni di Ulderico Di Domenico e citazioni musicali che ampliano l’immaginario della lettura.
Brigida Orria