#iorestoacasa – Concerti a porte chiuse per La Fenice
Costretta ad annullare numerosi concerti in seguito alla diffusione del Coronavirus, La Fenice di Venezia ha deciso di regalare due concerti a porte chiuse al suo pubblico: tanti musicisti si sono esibiti per una malinconica sala vuota, ma le loro note sono state filmate e trasmesse in diretta streaming. Lunedì 2 marzo alle ore 18.00 si è tenuto il concerto del Quartetto Dafne Architetture classiche e suggestioni romantiche nella Sala grande del Teatro; martedì 3 marzo alle ore 17.30 si è invece tenuto un Omaggio a Virgilio Boccardi, presso le Sale Apollinee. I video dei concerti sono ancora disponibili sul canale YouTube del Teatro veneziano.
Il Quartetto Dafne è composto da Samuel Angeletti Ciaramicoli (violino), Federica Barbali (violino), Paolo Pasoli (viola), Antonino Puliafito (violoncello). I maestri si sono esibiti in abito di gala, all’interno di una elegantissima location e in una settimana il video su YouTube ha quasi raggiunto le 8.500 visualizzazioni. Il primo brano è Quartetto per archi n. 4 in do minore, Op. 18 di Ludwig van Beethoven (1770-1827), composto nel 1798-1800 e dedicato al principe Franz Joseph Maximilian von Lobkowitz. I sei Quartetti op. 18 furono pubblicati a Vienna dall’editore Mollo nel 1801 con il titolo Six quatours pour deux violons, alto e violoncello, composés et dédiés a S.A.M. le Prince régnant Franz Joseph Lobkowitz. Il dedicatario era uno dei più influenti amici del compositore e apprezzò a tal punto l’opera da assegnare a Beethoven una pensione di 600 fiorini e da regalargli quattro strumenti ad arco pregiati. Il quartetto è costituito da un Allegro, ma non tanto, un Andante scherzoso, quasi Allegretto (do maggiore), un Minuetto Allegretto e infine un Allegro. Segue l’esecuzione di Quartetto per archi n. 2 in re maggiore di Aleksandr Borodin (1833-1887), composto nel 1881 e dedicato alla moglie Ekaterina; secondo alcuni allievi del maestro, si trattava di un dono per il ventesimo anniversario della coppia e evocherebbe il loro primo incontro a Heidelberg. Il brano è costituito da un Allegro moderato, uno Scherzo Allegro, un Notturno Andante e un Finale Andante. Il terzo movimento del Notturno è piuttosto famoso poiché negli anni Cinquanta fu adattato per la canzone And this is my beloved, nel musical di Broadway Kismet. Il quartetto fu composto rapidamente, mentre l’autore era ospite dell’amico Lodyzenskii.
L’evento del pomeriggio successivo è un omaggio a Virgilio Boccardi, giornalista inviato speciale della Rai. Sono presenti lo scrittore e storico italiano Riccardo Calimani, i giornalisti Maurizio Crovato e Vittorio Perobon e lo scrittore ed editore Giovanni Distefano, che introducono brevemente l’evento e la figura di Boccardi. Il concerto prevede l’esecuzione al pianoforte di quattro brani, ad opera di Letizia Michielon e si apre con Deux Nocturnes, Larghetto, Andante Sostenuto, di Fryderyc Chopin (1810 – 1849). I notturni ben si adattavano all’indole sognante e allo spirito romantico del compositore, che attraverso di essi esprimeva le sue più intime sensazioni e i suoi stati d’animo. Anche l’opera successiva, composta nel 1834-1835, è di Chopin: 4 Mazurche, Op 24, composto da Lento, Allegro ma non troppo, Moderato con anima, Moderato e dedicata al conte de Perthuìs. Il mazurek affascinò Chopin sin dalla prima giovinezza, l’artista rielaborò istintivamente il ritmo e le melodie popolari creando un’opera originale. Le note della pianista affrontano poi l’esecuzione di uno dei più grandi compositori teschi e dell’umanità: Richard Wagner. Il compositore ha fatto la storia dedicandosi all’opera lirica, curando sia le musiche sia i libretti delle proprie opere e scrivendo trame riguardanti la mitologia norrena, germanica e i poemi cavallereschi. La Fenice ci propone un suo componimento per pianoforte: Eine sonate für das Album von Frau M.W. WWV 85 Ruhig. L’ultimo brano è Sonata per pianoforte n. 23 in fa minore, op. 57 “Appassionata”, di Ludvig van Beethoven, costituita da Allegro assai, Andante con moto (re bemolle maggiore), Allegro ma non troppo. L’opera è stata composta nel 1804-1805 e dedicata al conte Brunsvik. È stata considerata per lungo tempo l’opera più rappresentativa del periodo eroico, costituiva un trittico con la Patetica e Al chiaro di Luna ed è stata la sonata preferita del compositore sino all’op. 106, ma ben presto perse il suo prestigio.
I concerti de La Fenice sono stati una valida iniziativa per salvare la cultura in questo momento difficile e portare la musica classica nelle case degli italiani. Ci auguriamo che altri teatri seguano l’esempio di Venezia.
Valeria Vite
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