“Confini”: la performance degli Instabili Vaganti a concludere la rassegna “Apriamo le gabbie” al Pacta Salone di Milano
Confini. Una parola che determina un limite, oltre al quale ci può essere un altro stato, un’altra persona, un’altra identità. È un termine che può segnare un traguardo o un nuovo inizio. C’è chi vuole attraversare i confini, magari per salvarsi da una guerra, c’è che vuole superarli, per arrivare più vicino a ciò che si sta cercando di raggiungere. E molto altro ancora, perché ognuno di noi decide i propri confini.
“Confini” è anche il titolo dello spettacolo scritto e diretto dalla compagnia Instabili Vaganti, ovvero Anna Dora Dorno e Nicola Pianzola, andato in scena a conclusione della rassegna di danza e arte “Apriamo le gabbie” presso il PACTA Salone di Milano, sabato 16 novembre. Una sola data milanese per questa performance magnifica e potente, che fa parte del progetto internazionale Beyoond Borders, e che è da qualche mese in tournée in giro per l’Italia e per il mondo. Dopo essere stati in Cile ed essere tornati in Italia, a breve questi “Confini” si sposteranno in Tunisia.
Ma torniamo alla performance. In scena a Milano c’erano Arianna Terreno, Camilla Paris, Mouayed Ghazouani, Nicola Pianzola, Elena Copelli, cinque corpi che, dal più totale buio, fanno luce con la propria entrata lenta, anzi, lentissima, che si contrappone alla suggestione sonora, data da un ticchettio incessante, che ricorda quello dell’orologio. I performer si fanno strada partendo dai punti più remoti del loro spazio, per poi prendere la propria direzione, fino a formare, a poco a poco, un cerchio. Si muovono in senso antiorario rispetto a chi guarda, sembrano un enorme orologio che ricorda che dal tempo non si può sfuggire. Non ci sono limiti, né tantomeno confini, al tempo. Piano piano il ticchettio si trasforma in altro, la musica cambia, e anche i corpi in scena. Pochi interventi parlati, ma essenziali. Cosa sono mai i confini? Dove si vuole arrivare? Dove si è imprigionati? Fino a dove ci si può spingere?
“Stand up! Never give up! Run! Jump!”
Lo spettacolo conquista dal primo istante, l’evoluzione di ritmo, musica e movimenti si intreccia in modo fluido e le esortazioni verbali, le interazioni tra i performer, hanno in sé una grande energia e profondità, la voglia di scavare all’interno di se stessi e reagire attraverso la propria essenza, la propria arte:
“Resistere per continuare a esistere.”
Il finale, corredato da una musica coinvolgente e trascinante, ha chiamato anche gli spettatori a unirsi ai performer, per ballare tutti insieme, per interagire su un terreno comune, per liberarsi dal confine palco – pubblico. Dopo i calorosi e concitati applausi, parlando con Nicola Pianzola, autore della drammaturgia dello spettacolo, è emerso che ciò che contraddistingue “Confini”, così come il progetto di Beyond Borders in generale, è il coinvolgimento, di svariati attori provenienti da tutto il mondo, pertanto nelle diverse date della tournée il numero di performers in scena può cambiare.
A non variare invece è il forte messaggio che l’insieme di questi artisti dona a chi li guarda. Dopo uno spettacolo così, si torna a casa accompagnati da una sensazione vibrante e piacevole, come quella di essere capitati nel posto giusto al momento giusto. D’altro canto, le parole Beyond Borders già dicono tutto, ed esortano ad andare oltre i confini di nazionalità, cultura e religione.
Roberta Usardi