“Come un’opera d’arte” è il secondo singolo di Cavalera – L’intervista
È uscito il 18 settembre per l’etichetta Bassa Fedeltà “Come un’opera d’arte”, il nuovo singolo di Cavalera, cantautore toscano e libraio, che prende spunto dalla letteratura per scrivere le sue canzoni. Il videoclip del brano è stato girato a Livorno, città d’origine di Cavalera, e diretto da Valentina Pascarella. Abbiamo fatto qualche domanda all’artista per saperne di più.
“Come un’opera d’arte” è il tuo nuovo singolo, il secondo dopo “Amarena” uscito a maggio, come hai composto questi brani, a cosa ti sei ispirato?
In realtà, ho scritto le due canzoni in momenti diversi della mia vita. “Come un’opera d’arte” l’ho scritta circa due anni fa. Al tempo, ero uno studente universitario mentre la mia ragazza lavorava la sera in un ristorante. Erano gli ultimi giorni d’Agosto e come ogni studente sa, ad Agosto il pomeriggio lo si passa solitamente a studiare in vista dell’appello di Settembre. La sera la mia ragazza lavorava, di conseguenza il tempo che ci rimaneva per stare insieme era veramente poco. È da questa voglia di vivere un’estate insieme alla persona che amiamo che nasce questa canzone. “Amarena” invece, è un pezzo che ho scritto l’inverno scorso. Personalmente, questa differenza di stagioni in cui è stato scritto il pezzo io la sento anche nel sound delle due canzoni. Inoltre, da “Come un’opera d’arte”, la mia vita è cambiata radicalmente. Crescendo, spesso, la vita si fa più dura, gli impegni si moltiplicano e spesso non si ha il tempo neanche per riflettere sulle nostre azioni e il tempo che passa inesorabile. Comunque, riuscivo e riesco a trovare la cura a tutto ciò nell’amore. “Amarena” nasce quindi da un contrasto, tra l’amaro di una delusione e il dolce dell’amore, nel terreno di gioco che è la vita.
In “Come un’opera d’arte” canti “è un fiore profumato la felicità”, che tipo di fiore è per te? E quale opera d’arte si avvicinerebbe alla felicità?
Questa è una bellissima domanda. Ho sempre avuto una sorta di attrazione soprannaturale per i fiori di ciliegio, quindi sicuramente mi piacerebbe che la felicità fosse un fiore di ciliegio. Però sono convinto che la felicità possa essere un fiore qualsiasi: siamo noi a dover trovare il modo giusto di ammirarlo, per questo uso l’indeterminativo “un” fiore. Per quanto riguarda l’opera d’arte, amo Paul Gauguin. Penso che chiunque amerebbe Gauguin se fosse a conoscenza della sua storia. Gauguin, non era un pittore professionista, fino a 35 anni aveva un lavoro impiegatizio ed era addirittura sposato. Ma poi, molla tutto. Tutto per la sua passione più profonda: la pittura. I suoi quadri sono meravigliosi e sanno esprimere un senso di pace e leggerezza che pochi altri hanno saputo esprimere, nonostante i tratti ben marcati delle sue figure. Anche in questo caso però, mi trovo in una spirale senza fine. La felicità non si può limitare ad un’opera d’arte precisa, non ha confini. Che dire sennò di un bel disco di Lucio Dalla? Per me non può essere altro che un bagliore di felicità. La felicità per me risiede in ogni forma d’arte e, anche in questo caso, siamo noi a dover essere bravi a saperla cogliere e, così, goderne insieme agli altri perché la felicità, per me, è un concetto che, inesorabilmente, ci lega all’altro.
La copertina del singolo “Come un’opera d’arte” evoca l’opera d’arte usando due colori forti: il viola e il rosso, come è nata l’idea grafica, che comprende anche il tuo profilo e una parte del testo scritto a mano in alto a sinistra?
Per la grafica, sicuramente il merito va tutto a Camilla Vanadia. Quando ci sentimmo per commissionare il lavoro, le dissi che volevo qualcosa di semplice che, allo stesso tempo, rispecchiasse la mia personalità. Per questo le raccontai di me, di cosa faccio, ma soprattutto di come sono. Direi che Camilla ha fatto un lavoro eccezionale: non solo ha saputo rendere benissimo il contrasto, con due colori come il rosso ed il viola, che caratterizza il mio modo di vivere e di rapportarmi con il mondo esterno. Ma ha anche saputo rendere l’immagine veramente armoniosa e di stile con l’inserimento dei quadrati. Anche la parte del testo è stata una sua idea, una trovata che mi è piaciuta molto perché mi ha fatto capire che ha fatto di tutto per rispettare le mie idee ma, soprattutto, per rispettare la canzone per cui veniva cucita questa copertina, proprio come un vestito. Direi che le calza a pennello.
In “Amarena” canti “sei il libro più bello che non ho letto” rivolto alla tua amata, un’immagine curiosa che però lascia spazio al futuro, mi viene da chiederti però, dato che sei anche libraio, qual è a oggi il libro più bello che hai letto?
Anche questa è una domanda difficilissima dal momento che, nel mare di libri che esiste, è veramente difficile definire il più bello. Tra tutti però, sicuramente un romanzo che mi ha lasciato il segno è “La Vita è Altrove” di Milan Kundera. Questo libro ha dato davvero una svolta al mio modo di pensare alla letteratura. È stato un inizio di un nuovo percorso e quindi mi sento particolarmente affezionato a questo titolo. Devo però anche consigliarvi un altro libro, “Follia” di McGrath. Anche questo è stato un libro che racchiude in sé davvero il germe della follia, parafrasando il titolo. È un romanzo veramente intenso che, nonostante sia passato del tempo da quando l’ho letto, porto sempre nel cuore. Naturalmente, se vi piacesse approfondire la questione, sarei veramente entusiasta se qualcuno mi venisse a trovare in libreria. Se vi capita di passare da Livorno, siete i benvenuti!
Quali sono i tuoi prossimi progetti, stai lavorando ad altri singoli o a un EP o un album?
Ho mille idee per il futuro e, piano piano, vorrei riuscire a realizzarle tutte. Per ora sono al lavoro sul terzo singolo, anche se non ho ancora una data di uscita. Dopodiché il progetto sarebbe quello di pubblicare il mio primo album. Non vedo l’ora di farvi ascoltare altri miei pezzi!
Con chi ti piacerebbe collaborare?
Da quando ho iniziato a fare il musicista come lavoro, ho avuto la fortuna di interfacciarmi e collaborare sempre con persone fantastiche, da Sara Colantonio che si occupa del management e gestisce la mia etichetta Bassa Fedeltà, a Fabio Grande che mi ha prodotto il disco, ma anche le già citate Valentina Pascarella e Camilla Vanadia con cui rispettivamente ho girato il video e fatto le grafiche, oltre a Valerio Vallini con cui ho girato il video del mio primo singolo “Amarena”. Mi reputo quindi già fortunato ad aver iniziato il mio percorso con loro. Non ho mai avuto occasione per ora di fare un featuring con qualche autore, per cui, in un prossimo futuro, mi piacerebbe appunto collaborare con qualcuno alla stesura di una nuova canzone, anche se al momento non c’è un’artista particolare con cui mi piacerebbe duettare e scrivere. Per ora, non mi sento quindi di fare un nome di qualcuno in particolare, ma lascio la porta aperta al futuro.
Roberta Usardi
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