“Collezione privata” di Claudio Gargano
“Anna, Adele, Alessia. Tre nomi che iniziano per A. La A di Adulterio come nella ‘Lettera scarlatta’ di Nathaniel Hawthorne”.
Quanto l’erotismo può condizionare la vita di un uomo, fino a diventarne quasi l’unica ossessione? Ce lo racconta Claudio Gargano in “Collezione privata” (Castelvecchi, pp. 105, euro 15), con una storia che va da Roma al Sud della Sardegna, dagli hotel della Salaria a quelli della Tiburtina, – tra i blow job e l’Ano Solare di Bataille – e ancora paesaggi liberi e romantici, descritti minuziosamente, e le immagini su WhatsApp che girano e rigirano, alimentando la fantasia e l’immaginazione di un ex professore di lettere, perso in perversioni ossessive.
“Quali elementi m’impediscono di distogliere il mio sguardo di voyeur avvizzito da questa icona di incontenibile bellezza?”
L’obiettivo dell’acquisto della sua casa a Muravera, “una Torre d’Avorio per quando andrò in pensione”, era proprio quello di ospitare le sue ex alunne di cui si dichiara Mentore o Sugar Daddy, ma piano piano arriva il loro pensiero di disprezzo e pietà verso un uomo che, a sessant’anni, si ritrova schiavo del sesso, consumato dallo stesso e dai suoi pensieri deliranti.
“Da cosa dipende il rifiuto da parte di Adele di mostrarmi il seno e il culo in tutta la loro nudità?”.
E per salvarsi comincia a scrivere un diario che si protrae fino alla Zona Rossa dello scorso anno, dovuta alla pandemia, con la conseguente astinenza sessuale e repressione dei pensieri che, probabilmente, portano solo – nella sua mente – a un aumento del desiderio.
“Senza Alessia. Senza Anna. Senza Greta. Senza Natalia. Tutta la mia vita, in questi ultimi anni, si è svolta sotto il segno della mancanza, della perdita”.
La tematica ridondante del libro si manifesta attraverso una scrittura fluida che potrebbe incuriosire alle prime pagine e appesantire in seguito, facendo arrivare una sensazione troppo ossessiva, manipolatrice e distruttiva del tema trattato, così come si evince dai pensieri del protagonista stesso.
Marianna Zito