“Clocks” – Il racconto di John McDillan
“ Noi siamo Orologi, ragazzo mio…
Siamo fatti di secondi.
Minuti.
Ore.
Giorni.
Settimane.
Mesi.
Anni.
Epoche…
[…]
Alla fine non siamo altro che il tempo che abbiamo impiegato per altri e noi stessi.
“Clocks” di John McDillan (The Bizzarism edizioni, pp. 51, euro 4,40) è un viaggio nell’assurdo, presunto… Un viaggio nella follia, quella vera, che racconta verità senza censure come solo i pazzi sanno fare. Il protagonista è lo scrittore ma solo perché lettore e scrittore sono un tutt’uno, ognuno alla ricerca dell’altro.
I secondi scandiscono quel tempo così effimero che ci avvolge dalla nascita (da cui parte il conto alla rovescia di ognuno) e finisce quando le nostre lancette decidono di interrompere il loro vizioso giro in tondo. “Clocks” è un non sense, che cela il senso della vita, dietro sfumature bizzarre che hanno il compito di distrarre il lettore, affinché non apprenda l’enormità del concetto che Il Tempo non si ferma mai.
“Ragazzo mio, il vino è da bere alla stessa maniera in cui si dovrebbero conoscere le persone: Prima lasciamo che si aprano con noi, permettendo loro di mostrarci qualche loro piccola qualità superficiale … Poi però attenzione! Non “berremmo” subito tutto quello che ci diranno di loro! Faremo espellere per bene le apparenze, aspettando un po’ prima di “gustarle appieno”.
Il vecchio libraio, il saggio, è qui una sorta di Cappellaio Matto, al cui cospetto Alice nel Paese delle Meraviglie apprende di essere finita in un folle mondo parallelo. Ma la metafora che aleggia in ogni pagina è quella paura innata, che ognuno di noi ha, della fine.
È meraviglioso il modo in cui un racconto, come ama definirlo lo stesso scrittore, apparentemente bizzarro, possa contenere fiumi di disquisizioni, pensieri che nessuna biblioteca al mondo potrà mai contenere, sui concetti di Vita e di Morte.Il linguaggio usato, incuriosisce, lascia il lettore con un sorriso, a volte confuso, durante la lettura, perché diventa attore protagonista mentre sente i battiti del proprio cuore, e capisce che all’interno del proprio petto è racchiuso uno degli orologi di Clocks .
Marisa Padula