“CIRCEO, IL MASSACRO” AL TEATRO LITTA DI MILANO
《La cronaca nera attira l’interesse di tanti perché nell’uomo c’è sempre un lato oscuro, che intriga e mette paura. Proiettare quest’ombra sul mondo esterno permette di maneggiarla senza esserne contagiati.》
“Circeo, il massacro” di Filippo Renda e Elisa Casseri è una “giostra thriller”, un vorticoso gioco di crudeltà che porta inesorabilmente verso la tragedia. Che non si vede, ma si avverte, più viva che mai. Il tema di riflessione è presentato nel titolo, ci si interroga sulla figura di Angelo Izzo, carnefice a più riprese. Dopo il fatidico 29 settembre 1975, che tanto ha scosso l’opinione pubblica, e un ventennio di “redenzione”, reitera le stesse dinamiche (usare due complici maschili sotto ricatto emotivo contro una sua partner sessuale) anche il 28 aprile 2005.
La riflessione si insinua nello spettatore come il carnefice (Michele di Giacomo) si insinua nelle teste di una entusiasta “schiavetta” (Alice Spisa) e una frustrata coppia di vecchia data (Luca Mammoli e Arianna Primavera), terreno fertilissimo per attuare con l’inganno (fingendosi lontani parenti) un gioco di ruolo, geniale, nel quale divertirsi a colpire nei punti deboli ciascuno e inventare dispetti e penitenze sempre più crudeli. Il padrone di casa è l’unico a compiere un vero arco di trasformazione, e funge da cassa di risonanza all’azione del protagonista. Il finale è irrisolto. Il lavoro (ottimo) dei quattro attori si avvale di un ritmo incalzante che toglie il respiro, e la tensione è palpabile. La cronaca è stata qui strumento di un’ indagine articolata, portando organicità alla resa artistica. Il focus è sulla matrice intrinseca, universale che muove un essere umano a tanta fredda perversione.
I personaggi si fanno rappresentanti di una società che (allora come ora) è imbrigliata in dinamiche intime di ricatto emotivo, falsità e violenza inespressa. In una parola, odio. Che ancora viene ignorato, sottovalutato.
I.R.