“Chiunque”, le storie di vita di Giusy Puglisi
“Proteggi i nostri peccati, non lasciare il nostro bisogno di aiuto senza risposta”.
I ritratti di Giusy Puglisi
Uno nessuno e centomila sono i ritratti che Giusy Puglisi realizza in questo suo libro dal titolo emblematico “Chiunque” (Morellini Editore, pp. 112, euro 13.90) come le persone che racconta, affreschi di un’umanità ordinaria, senza fronzoli e caratteristiche particolari. Siamo noi con le nostre miserie, le nostre banalità quotidiane, le nostre virtù e soprattutto i nostri vizi.
Come in un’antologia di Spoon River
L’autrice racconta pensieri, capricci e voglie degli abitanti di un quartiere di Catania, ma potrebbe essere Napoli o Roma, Milano o Capracotta. Senza tempo, le storie si scontrano nell’arco di 24 ore o di una vita intera. Davanti ai nostri occhi scorre come in un film una carrellata di personaggi da neorealismo italiano. Non mancano gli invisibili : barboni, puttane e spacciatori. Come De André, Puglisi canta gli ultimi, ci racconta che nessuno è senza peccato, nemmeno un prete che confessa il suo gregge e si prende cura delle sue pecorelle. E chi controlla i controllori se non quel Dio che tutto vede e tutto può e nonostante questo resta in silenzio quando un padre di famiglia chiede aiuto. Tanto vale rivolgersi al mare e alla sua potenza, lasciarsi andare al suo forte richiamo. Portare i segni sulla pelle, il sale tra i capelli, le ferite sulla fronte. Come fa la piccola Anna da sola, di nascosto da tutti. Di nascosto da Chiunque. Storie di tutti, di mariti traditi e mariti che cercano nell’altrui tradimento una via di fuga, mogli insoddisfatte, donne vogliose, storie di ignavi, vite da pazzi. Perché poi forse quello che accomuna tutti i racconti è quest’aria di immobilità, di insoddisfazione di fondo che ci portiamo dentro, noi che potremmo tranquillamente essere uno dei protagonisti di questo affresco.
Come la vita di chiunque
Un racconto corale dove non c’è un protagonista, non sono tutti a modo loro protagonisti. Giusy Puglisi riesce a raccontarci sentimenti universali, archetipi dell’animo umano. La vera protagonista del romanzo è la strada dove le storie passano e si fermano, il tempo di essere raccolte da un occhio attento. Storie che si intrecciano, si rincorrono e si accavallano in un continuo gioco di echi e rimandi. Come nella vita reale, anche quando non lo sappiamo, quando siamo distratti e presi dalle nostre mille piccole disavventure il nostro quotidiano si somma a quello del nostro vicino, all’anziano che facciamo finta di non vedere, si aggiunge al piccolo mondo del nostro veterinario, al girasole sul balcone della donna che abbiamo sognato l’altra sera. Piccoli frammenti che si vanno a unire, pezzo dopo pezzo, a costruire quel bellissimo affresco chiamato vita, come quella di Chiunque.
Antonio Conte