CHI STA MALE NON LO DICE di Antonio Dikele Distefano
Un libro – quello di Antonio Dikele Distefano (Mondadori, 2017) – che affronta problemi come integrazione razziale, droga, abbandoni e assenze incolmabili.
Yannick e Ifem, due ragazzi africani, le cui famiglie arrivarono in Italia in cerca di una vita migliore, senza sapere di trovare un paese ancora non pronto ai loro lineamenti, ai loro colori e tanto meno pronto a sostenere le loro ambizioni.
È una storia di sogni infranti e vuoti immensi che cercano di colmare in modi totalmente diversi.
Ifem cerca disperatamente qualcuno da amare. La perdita prematura della madre ed un rapporto distaccato con il padre la spingono ad annientarsi totalmente per un amore fatiscente che non le da alcuna gioia. Ama incondizionatamente Yannick, ma il loro è un amore malato, dove Ifem assiste giorno dopo giorno al suicidio di Yannick che trova nella cocaina l’unica via di uscita.
Cresciuto in un quartiere povero, dove tutti hanno provata almeno una volta,anche i preti.
-“Ifem non ci fermeremo finché non capiranno che non siamo neri che si sentono italiani ma italiani neri”- le ripete continuamente. Un ideale che diventa quasi una cantilena per Ifem.
“Chi sta male non lo dice” è più un libro confessione che un romanzo e ci spinge a non giudicare mai con superficialità.
Yannick, per esempio, trova nella cocaina la forza per resistere all’abbandono del padre ed a un rapporto con la madre di soli doveri e rimproveri.
Quel filo sottile di tristezza e frustrazione che è costantemente presente durante tutta la lettura trova speranza nell’epilogo finale. E alla fine quel che resta è la speranza che anche nelle condizioni più avverse l’amore per la vita possa farcela.
Alessandra Lebran