Chi era l’Uomo Elefante?
Credo che la storia di John Merrick sia un qualcosa di universale. Un dolore e una forza universale che si interscambiano continuamente tra loro. Una storia da conoscere, amare ed empatizzare da giovani. Una storia su cui riflettere e di cui parlare da adulti. Ce l’ha resa nota il Dottor Treves – “una delle figure più illustri e note della medicina di epoca vittoriana” – e, per uno strano gioco di assonanze, ce la ritroviamo oggi tra le mani grazie a El Doctor Sax, la casa editrice valenciana diretta da Gabriele Nero, con la curatela e traduzione di Armando Rotondi, con il libro “L’Uomo Elefante e altri racconti”; infatti, il volume contiene anche “Un amante del mare” e “In Articulo Mortis”.
“C’era ancora di più dell’uomo che della bestia. Questo fatto – che fosse ancora umano – era la caratteristica più repellente della creatura. Non c’era niente di pietoso in quelle deformità, niente di grottesco nel mostro, c’era semplicemente la ripugnante allusione a un uomo che si trasforma in un animale”.
Joseph Carey Merrick, questo il suo vero nome, è il fenomeno da baraccone di un circo quando il Dottor Treves lo vede per la prima volta nel 1884, una creatura “rinchiusa in un negozio vuoto e illuminato dalla debole luce blu del bruciatore a gas, questa figura ingobbita era l’incarnazione della solitudine”.
È da questo momento che comincia la narrazione di Frederick Treves, ed è il 1886 quando Merrick entra nell’ospedale del famoso medico. Ed ecco che comincia uno scorrere incessabile di emozioni, solidarietà e cartelle cliniche a raccontare chi è John Merrick e ad analizzare la malattia che lo affligge, probabilmente sin dalla nascita.
“Fu solo quando scoprii che Merrick era molto intelligente, che possedeva una sensibilità acuta e – ciò che è peggio – un’immaginazione romantica, che finalmente compresi la travolgente tragedia della sua vita”.
Il Dottor Treves cambia la vita di Merrick, apprezzandone ben presto l’intelligenza, la bontà d’animo e la sensibilità, ma non il sorriso: riusciva a piangere l’Uomo Elefante, ma la sua bocca non riusciva ad assumere la forma a mezzaluna. E ancora, il Dottor Treves fa di tutto per inserirlo all’interno della comunità e per fargli vivere anche un minimo contatto con il prossimo, soprattutto figure femminili che si rivelano donne generose a tal punto da esaudire quei semplici desideri che per Merrick diventavano insidiosi, come andare a teatro o trascorrere del tempo in campagna.
“Posso dire che allora Merrick era una delle creature più felici che avessi mai incontrato. Più di una volta mi disse: «Sono felice ogni ora del giorno»”. Felicità che arrivò al suo culmine per John Merrick proprio con la morte, nel 1890, a nemmeno ventott’anni.
“L’Uomo Elefante e altri racconti” è un volume prezioso, arricchito dalla copertina curata da Marco De Luca, dove intravediamo quella che è stata la figura di John Merrick. Figura e testo che, inoltre, hanno ispirato David Lynch per la realizzazione del film The Elephant Man del 1980, con John Hurt e Anthony Hopkins.
Marianna Zito