Caterina Filograno ritorna nella sua terra con lo spettacolo “L’ultimo animale” al Teatro Kismet di Bari
Nato da uno studio sul tradimento di Giuda, tematica affrontata durante la prima fase del concorso di drammaturgia per Biennale College 2018, l’attrice e autrice barese Caterina Filograno approda con uno spettacolo innovativo e dai tratti grotteschi, quasi surreali.
Scopriamo, quindi, cosa ha indotto l’autrice a trattare un tema di questa portata, qual è stato il processo creativo che ha trasformato le sue idee portandole su carta e inchiostro, dando vita ai protagonisti de “L’ultimo animale” Cristi e Giudi e dei due procioni Proc e Chino.
Raccontaci chi è Caterina Filograno oggi, com’è arrivata fin qui, alla drammaturgia dello spettacolo “L’ultimo animale” e chi sono o sono stati gli artisti e artiste che ti hanno particolarmente ispirato e lasciato un segno.
Seguendo la professione di mia mamma, magistrato, mi sono laurea in Giurisprudenza per poi seguire le orme di mio padre e frequentare due seminari di recitazione presso la Guildhall e la Royal Central School di Londra e successivamente a ventisei anni mi sono diplomata presso la Scuola del Piccolo Teatro di Milano. Tra le artiste che maggiormente segue e apprezzo c’è Lena Dunham, autrice e sceneggiatrice statunitense, e tra le attrici che stimo particolarmente c’è Licia Lanera con la quale ho collaborato nel ruolo di Nina nello spettacolo “Il Gabbiano” e come assistente alla regia in “Guarda come nevica”, e a breve come attrice in un prossimo progetto.
Per quanto riguarda la genesi dello spettacolo L’ultimo animale che andrà in scena sabato 23 marzo al Teatro Kismet di Bari, raccontaci come nasce e cosa si nasconde dietro al suo titolo e come mai vi è un chiaro riferimento biblico circa i nomi delle due protagoniste.
Il mio primo testo teatrale scritto con Lucia Calamaro registra e drammaturga nonché maestra di vita, ha superato la prima fase del concorso di drammaturgia indetto da Antonio Latella per Biennale College 2018 e il tema del workshop era il bacio di Giuda. La lettura dell’episodio biblico mi ha portato a traslare il rapporto tra Cristo e Giuda all’interno di una storia di amicizia, amore e forte invidia reciproca. I nomi delle protagoniste Cristi e Giudi ricalcano quelli biblici, e nella mia idea iniziale anche gli animali avevano atteggiamenti e modi di fare degli apostoli. Nello spettacolo “L’ultimo animale” Cristi ha continue crisi esistenziali e dubbi amletici circa il suo senso di responsabilità e Giudi è avara e attaccata al denaro. Per i procioni sono animali che mi ricordano molto la mia infanzia passata con mia sorella.
Ritornando ai nomi delle protagoniste. Trasportare un termine o un nome tipicamente maschile al femminile è una peculiarità e tratto femminista, quindi ti consideri tale o consideri tale la tua opera.
Nella letteratura contemporanea le donne sono sempre le eroine di qualcosa o hanno bisogno di essere salvate, nello spettacolo “L’ultimo animale”, invece, si evince come anche le donne sanno essere cattive, sporche, sbagliate, animalesche e rozze. Per gli animali pensavo di affidare questo ruolo ad un attore, tuttavia dato il genere neutro del procione ho pensato successivamente a delle artiste per dare loro la possibilità di lavorare. Questa è la mia scelta politica.
Il cast dello spettacolo: vi siete cercati o trovati? Si tratta di artisti e artiste con cui hai già avuto modo di lavorare?
Personalmente tendo a lavorare con artisti con cui ho già avuto modo di lavorare poiché è importante saper stare in gruppo e che si fidassero di me e che credessero in un progetto con un budget inesistente, dove solo successivamente grazie all’aiuto di alcuni amici e qualche finanziamento ha iniziato a prendere forma.
Nella locandina si intravedono dei costumi di scena estremamente particolari. Da dov’è nata l’idea di vestire gli attori di colori sgargianti e materiali e tessuti inusuali per una scena teatrale?
Anche per i costumi di scena non avevo a disposizione un budget, infatti il telo presente in scena è stato utilizzato per uno shooting di moda dello stilista emergente e amico Giuseppe di Morabito. Quest’ultimo mi ha permesso di scegliere dei costumi estremamente colorati da cartoon, molto pop, come se ci fosse una stanza bianca che delocalizzasse l’azione privandola di un contesto quotidiano e il colore è fornito dalla personalità dei personaggi, i quali indossano una stessa tutina che li riporta ad appartenere ad una stessa gerarchia, ad un medesimo sistema.
Quali sono i tuoi progetti e sogni futuri?
Debutto a novembre con il mio nuovo spettacolo “Oleandra”, vincitore del premio Siae under35 e del premio di drammaturgia Futuro e passato. La drammaturgia è ambientata tra il metaverso e la realtà, e la pianta l’oleandro ne fa da protagonista, poiché rimane incastrata tra i due mondi e diventerà il simbolo del capitalismo grazie ad un investimento nel mercato immobilitare che sembrava in apparenza essere fallimentare.
Lucia Amoruso
Lo spettacolo che andrà in scena sabato 23 marzo saprà certamente colpire tutti con i suoi colori marcati e il testo crudo e pungente, quasi animalesco.
I biglietti de “L’ultimo animale” sono disponibili al botteghino del Teatro Kismet (strada San Giorgio martire 22F, Bari) e online sul circuito Vivaticket. Il botteghino è attivo dal martedì al venerdì ore 10.30 – 12.30 | 16.30 – 19 e due ore prima dello spettacolo.
Per informazioni si può chiamare il botteghino del Kismet (strada San Giorgio martire 22F, Bari) al numero 335 805 22 11. La Stagione completa è disponibile sul sito www.teatridibari.it.
Fotografia di Lorenza Daverio