Casanova di Condemi, Sinisi e Lombardi al Teatro Astra di Torino

Mesmerismo, memoria e mistero. Sono questi i tre assi lungo i quali si sviluppa Casanova, la nuova produzione del LAC di Lugano in collaborazione con l’ERT dell’Emilia Romagna, il TPE e la Compagnia Lombardi Tiezzi. Liberamente tratto da Storia della mia vita, di Giacomo Casanova, e scritto da Fabrizio Sinisi, lo spettacolo riferisce quel che resta alla fine di una vita grandiosa, quando la curva della parabola prende a precipitare in direzione del piano dove si trovava il punto di partenza. Il protagonista, magistralmente interpretato da Sandro Lombardi, è l’enigma, il crocevia; un simbolo: il truffaldino e reazionario filosofo veneziano ha attraversato tutto il secolo dei Lumi per spegnersi quando la modernità iniziava a muovere i primi timidi passi. La regia è di Fabio Condemi, premio Ubu 2021 per La filosofia del boudoir, sulla figura del Marchese De Sade, che invece la rivoluzione seppe accettarla.
Ormai Casanova è un vecchio stanco e disamorato. Dopo una vita d’avventure, sembra un mago stanco delle sue magie. Sulla scena, curata dall’autorevole Fabio Cherstich, c’è una scrivania con una clessidra; e di fianco l’autobiografia, grande come un muro; sullo sfondo un mobile libreria ancora più alto, pieno di volumi che poi cadranno, e una bacheca con un manoscritto smembrato che attende d’essere ricucito. E ancora: una camera oscura, un soffitto di vetro colorato, un violoncello, una vasca di plexiglass, un letto con un buco nel centro e, sparsi nelle zone nere, riverberi di luce e acqua a ricordare lo sciabordio della laguna. Da quindici anni Casanova fa il bibliotecario per il conte di Waldestein, nel castello di Dux in Boemia, e di quella vita detesta molto: riordinare i volumi, subire gli sfottò dei cortigiani e, soprattutto, la lingua tedesca. Parlatemi in italiano, dice, rivolgendosi per la prima volta al pubblico, e se non sapete l’italiano, continua, parlatemi in francese, e se non in francese allora in castigliano, o in latino, e se siete così ignoranti da non sapere neanche il latino c’è ancora il greco antico… e se non sapete neanche il greco, non parlatemi affatto. In apertura giunge il medico mesmerista, che lo aiuterà a ripescare dalla sua stessa memoria: la drammaturgia infatti si muove per episodi, seguendo in qualche modo la terapia, e così Casanova incontra sé stesso bambino, la madre, la nonna, i preti da cui studiava, Voltaire; Henriette, l’amore di una vita, l’esoterica Madama D’Urfè, e il frate Balbi con cui condivise la cella. Il risultato è uno splendente e armonioso vagabondare nel passato, un “biopic vivant” su di un’icona, una rockstar.
I costumi sono di Gianluca Sbicca, le luci di Giulia Pastore, le musiche e il sound design di Andrea Gianessi. Sul palco con Lombardi troviamo Marco Cavalcoli, Simona De Leo, Alberto Marcello, Betty Pedrazzi, Edoardo Desana. Lo spettacolo è stato al Teatro Astra di Torino dal 18 al 23 marzo.
Davide Maria Azzarello
Fotografie di Luca Del Pia