Carmelo Pipitone e la grande energia del suo “Segreto Pubblico” – La recensione
Lo scorso 20 novembre è uscito per Blackcandy Produzioni / Believe “Segreto Pubblico”, il secondo album da solista di Carmelo Pipitone, chitarrista e co-fondatore della band Marta Sui Tubi e membro delle formazioni O.R.K. e Dunk. Questo nuovo lavoro discografico è stato anticipato dai singoli e videoclip di “Le mani di Rodolfo” e “Gabriè” e segue l’esordio da solista con l’album “Cornucopia” del 2018
“Segreto pubblico”, prodotto da Lorenzo Esposito Fornasari, ha visto la partecipazione di: Carmelo Pipitone (voce, chitarre, basso), Jacopo Pierazzuoli (batteria), Lorenzo Esposito Fornasari (vocals nel brano “Ogni giorno e io”), Sam Antonaci (flauto), Stefano Costa (sax), Alex Boschetti (voce narrante nel brano “Il mio vecchio mondo”).
Undici brani viscerali, criptici, di grande energia, cupo e ruvido nella resa sonora, che a tratti risulta quasi infernale: un viaggio da cui non is puó sfuggire prima dell’ultima nota. Andiamo più nel dettaglio.
“Intro” apre l’ascolto in modo dolce e intenso, la sola chitarra evoca emozioni in ogni arpeggio, creando immagini sonore soavi.
“Nera” ha un ritmo fluido e che inizia con un arpeggio intrigante, la voce declama, in un climax crescente e che aumenta la tensione emotiva creata dalle immagini: “io abbasso la luce, mi aggiusto i capelli, mi prendo a coltellate sul petto e sull schiena e tu apri la finestra e il pavimento trema”.
“Le mani di Rodolfo” è un brano poetico e sinuoso, bellissimo, con cori armoniosi e liriche concise e ermetiche: “le mani di Rodolfo aggiustano le cose e toccando le rose nere, sa che bere male non può fare che bene”.
“Gabriè” è un brano viscerale, cupamente rock, in lingua siciliana, che alterna momenti serrati, come nel coro e nelle strofe, fino al momento di apertura dopo la tensione creata dal ritornello, quando arriva l’epilogo del messaggio: “un c’è nente cchiù ri fare”.
“L’intelligenza delle bestie” rugge dalle prime note con la voce e i riff rock della chitarra, in un arrangiamento vorticoso e potente, ma che è anche capace anche di dare spazio a brevi momenti di tregua. “La bestia è al centro del mio mondo e ride e brilla e salta e non pensa che mai soffocherà”.
“Giusti” è un brano acustico e intimo, il canto inizia con essere poco più di un sussurro prima di farsi più deciso, sempre doppiato nelle strofe, dando un senso di profondità, in cui riescono a convivere ruvidità e poesia: “giusti che vanno al largo solo con piccole bussole imperfette tra le mani magre e incerte che non risplendono alla luce trascurando la bellezza torca della peopria solitaria, necessaria ombra”.
“Lei” è un brano che travolge nel ritmo, nelle dissonanze e nelle atmosfere, la voce è cavernosa e infonde all’insieme un‘impronta buia, così come il sax aggiunge invece dei toni inaspettati di luce, in un testo struggente che evoca ricordi di lei, che se n’è andata: “lei è andata via, pedine in linea, dadi lanciati rancide stanze, gioci di pioggia e la porta che sbatte”.
“Il mio vecchio mondo” è il brano recitato dalla voce di Alex Boschetti, nuda e raccolta, mentre in sottofondo si prepara un temporale: “questo è un corpo che è scosso dagli occhi in questa valle proibita. Porta robaccia, meraviglia e si disseta”.
“Abbuccamo” è una nenia cantata in siciliano con una voce ovattata, accompagnata solo dalla chitarra, in una melodia maliconica, a tratti dolce: “curri Maria, si mi voi beni, picciridda mia ti tegno, dormi”.
“Vertigini in mare aperto” torna al rock, alla voce distorta e alla chitarra graffiante, a ben rendere l’immagine del titolo, a cui si aggiunge la leggerezza del flauto a controbilanciare il tutto: “vertigini in mare aperto, ballo non danzo, sorrido non rido, mia sirena, mi affogherai?”.
“Ogni giorno e io” immerge in un’atmosfera misteriosa e cauta con pianoforte e gli archi, in cui spicca la voce roca di Pipitone doppiata da quella pulita e soave di Lorenzo Esposito Fornasari: “funghi nel mare / desideri / a volte troppi / pezzi di realtà / di verità / specchi / quanti specchi / vizi, virtù/ e tu / elastico della tua stanza”.
Un disco notevole, con una grande cura negli arrangiamenti e nei suoni, davvero un viaggio godurioso che si rinnova e riconferma a ogni ascolto.
Roberta Usardi
Fotografia di Benedetta Balloni
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