“Canzoni scritte sui muri” è il nuovo album di Pierpaolo Lauriola
È uscito per La Masseria della Musica “Canzoni scritte sui muri”, il terzo album di Pierpaolo Lauriola, con 8 brani inediti. Insieme a Pierpaolo, che oltre a cantare, ha suonato nel disco chitarra, basso e sintetizzatore, hanno collaborato Antonio Riccardo alla batteria, piano, tastiere, sax e Roberto Colombo alla batteria in “Scudo e riparo”.
Ma andiamo più a fondo brano per brano.
“Le nostre fragili certezze” parla di ricordi, l’impatto sonoro è grintoso e positivo, con un testo che va alla ricerca di certezze, denominate fragili, in quanto chi può dire davvero che rimangano tali nel tempo? “In questa giostra di paura e coraggio, vivere il peso come un coraggio”
“Scudo e riparo”, primo singolo estratto, è un brano che inizia soffuso, la storia è quella di un amore finito “non so più riconoscere il mio rancore dal tuo rancore” che si tenta di superare “con una nuova canzone”. Il brano raggiunge nella seconda metà il climax con un cantato intenso.
“Canzoni scritte sui muri” è un lento malinconico e struggente con un ritornello di forte impatto sonoro, il testo parla della vita, nel bene e nel male: “sono canzoni scritte sui muri che diventano parole che come chiavi aprono i silenzi dei grimaldelli e le viste e gli scenari di questa città” .
“L’amaro miele” è un suggestivo brano acustico chitarra e voce ispirato al libro di poesie di Gesualdo Bufalino, che porta lo stesso titolo: “ho cancellato e poi di nuovo ricreato promemorie”.
“La memoria” viene definita in questa canzone come “quel posto in cui conserviamo le nostre passioni, quello scrigno in cui metteremo dentro le nostre sconfitte, le nosrte vittorie”. Il testo si snoda in un’atmosfera malinconica, che a livello musicale vede il synth unirsi alla chitarra nel ritornello e la presenza nel finale di un bellissimo assolo di sax.
“Una goccia pura” è una canzone cupa dal testo appassionato “non cercate un percorso, l’unica via qui, è lo smarirmento”.
“Ti reggo al ballo le mani” è un brano acustico che inizia con la chitarra e la voce che canta in un sussurro sofferto, in un testo che evoca una giovinezza oramai passata da tempo: “la musica ci raccoglie stanchi, ci culla, con una nenia assopita, dondola i rami”.
“Da uomo a padre” è una canzone emozionante, una ballata in cui Lauriola rievoca ricordi della sua vita, di quando era bambino, dalla sua passione per il calcio alla musica e alla scrittura: “sentivo che nella vita avrei voluto essere un libero. Sostantivo non aggettivo.”
Un disco pieno di emozioni.
Roberta Usardi
Fotografia di Giuseppe Biancofiore
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