Boni e Prayer portano Dante a Saluzzo
Prosegue la stagione estiva del Cinema Teatro Magda Olivero di Saluzzo. Dopo Un ladro in casa di Fabrizio Coniglio, andato in scena due settimane fa, è stata la volta di Alessio Boni e Marcello Prayer. I due attori, seducentissimi, hanno proposto un détour dantesco concertato a due in occasione dei settecento anni dalla morte del sommo poeta fiorentino, sulla falsa riga di quel che avevano già fatto per Alda Merini. Sul telegiornale di Rai Tre è passato un servizio dove lo stesso Boni spiegava lo spettacolo come un excursus che invogli il pubblico a riprendere la lettura della Commedia, e nel quale si parlava della (ri)scoperta di un Dante regista e creatore di mondi. Effettivamente, con lui è arrivata la prima visione cinematografica dell’Aldilà, e così l’immaginario post mortem ha assunto dei contorni più nitidi. Ma questo già si sa.
Boni e Prayer, sulla falsa riga di un’antologia scolastica o di un invito alla lettura, hanno selezionato alcune parti di brani della Vita Nova e della Commedia, per offrire un reading letterario non certo spurio ma sicuramente piacevole. Ci sono l’incipit, le fiere, Virgilio, Paolo e Francesca, Ugolino… fino poi all’amor che move il sole e l’altre stelle. L’intento, spiega Boni, era di lasciar emergere non il poeta, ma l’uomo che si lacera per migliorare la condizione umana. E tramite tutta una serie di vivaci colorismi vocali, viene in effetti svelato il lato più lungimirante ed avanguardistico del Dante individuo. Da qui, peraltro, s’intuisce anche il senso del titolo di quest’operazione teatrale: l’Anima smarrita è la coscienza, dilaniata e disorientata, di chi comprende che la società è quantomeno perfettibile, e dunque suggerisce con quali strumenti agire per sanare, correggere e progredire. Le due voci si fondono quindi in un unico personaggio, i cui interventi sono affiancati a più riprese da varie tracce audio di autori del Novecento italiano: c’è Caproni, poi Ungaretti, Montale, Turoldo, Massimo Troisi… tutti a disquisire a proposito della poesia, e di come essa possa concorrere ad un’evoluzione riformista che si riveli conciliante per l’individuo e le masse. Boni è davvero molto affascinante, danza sulle parole lasciandole palpitare nell’aria buia e priva di elementi scenografici; e Prayer è altrettanto capace, col suo tono che s’ispira al tremato del Carmelo Bene che tutti hanno sentito almeno una volta in televisione. Insieme, suggellano un’unione sonora e gestuale ben orchestrata, soprattutto se si considera che qui sono sia registi che interpreti.
Lo spettacolo è andato in scena sabato 3 luglio, per una platea stracolma. La stagione riprenderà a settembre con il Gabbiere di Sergio Maifredi. Seguiranno Elio Germano, Marco D’Agostin e La bisbetica domata dello Stabile del Veneto.
Davide Maria Azzarello