Bologna Children’s Book Fair – Il mio Paese delle Meraviglie
Bologna, 27 marzo 2018
Il Bologna Children’s Book Fair (55esima edizione – dal 26 al 29 marzo) è il mio Paese delle Meraviglie. Quest’anno sono stata per la prima volta, ma solo per un giorno, a questa fiera dedicata a chi lavora nel mondo dell’editoria e dei contenuti per l’infanzia. Ci sono tutti: editori, autori, illustratori, agenti letterari, insegnanti e distributori. Ospite d’onore del 2018 è la Cina. I numeri: 1390 espositori, 100 Paesi, 6 mostre di libri e 250 incontri. È stata una giornata felice e intensa quella del 27 marzo 2018 perché Bologna Fiere, in quei giorni, diventa il Paese delle Meraviglie. Giro gli stand senza sosta, colorati e pieni di vita, di libri e cataloghi, di proposte e di autori che saltellano da una parte all’altra e che poi dedicheranno parte del tempo per il firma copie. La fiera meriterebbe un primo giro si spensieratezza e leggerezza, poi un secondo e un terzo per dedicare attenzione e cura maggiore ai piccolissimi editori e agli editori stranieri. Io ho avuto solo un giorno a disposizione e nella speranza di essere stata vostre orecchie e vostri occhi, racconto delle meraviglie che ho sfogliato, delle persone che ho incontrato e delle storie straordinarie che ho ascoltato.
Durante l’incontro Elogio della lettura. Leggere tra spazi privati e pubblici, varie competenze hanno esposto una loro riflessione sulla lettura, sul lettore e sui libri, sul mondo della scuola e della società civile. L’antropologa Michèle Petit racconta di come la lettura non deve essere vissuta e vista come “un’utilità”, ma come presente produttivo. Come accoglienza e ascolto. le parole della letteratura rendono il mondo più abitabile ma occorre che il traghettatore-l’intermediario possegga un’arte sottile, quella di utilizzare le parole giuste. La letterature e la lettura, il leggere e lo scrivere devono avere un accordo con il mondo interno. Dobbiamo pensarci come una capanna nella foresta in cui si sta chiusi, i rumori dall’esterno permettono di aprirci a ciò che viene da fuori e le esperienze devono lasciare tracce e ricordi. Siamo animali poetici, narrativi con la necessità antropologica di conversare sulla vita e offrire quadri del mondo.
Bernando Friot, originale e amato scrittore per ragazzi (di cui consiglio almeno l’ultimo Il mio primo libro di poesie d’amore, Edizioni Il Castoro 2018) ci racconta come ogni libro sia legato a una storia personale: sono trasmessi da genitori, fratelli, amici legati a un’identità. Il libro è un ricordo non solo della storia ma della storia di se stessi. Si cresce come lettore perché possiamo immedesimarci in un lettore più grande.
Segnalo, inoltre, lo stand ALIR (Associazione Librerie Indipendenti Ragazzi): bellissima grafica, accattivante l’esposizione di alcuni libri che parlano di testi provenienti da tutto il mondo. Il libro La mia rivoluzione di Katherine Paterson (Mondadori, 2018) tradotto da Alessandra Valtieri, nasce, ad esempio, da un progetto di condivisione. È il primo pubblicato in collaborazione con ALIR, la cui idea e il progetto nascono in territorio pugliese in occasione del convegno di Monopoli sulle librerie per ragazzi, svoltosi nell’ottobre scorso. L’Associazione ha proposto a Mondadori, editore della Paterson per le sue precedenti opere, di collaborare alla pubblicazione. Parla di speranza: Lora, una giovane studentessa di città, amante della letteratura e delle poesie, decide di partire volontaria per la campagna di alfabetizzazione promossa da Fidel Castro. Lei insegnerà ai campesinos a leggere e a scrivere, loro insegneranno a lei a essere una persona.
Ho capito che:
- Un solo giorno è poco per il Paese delle Meraviglie e che
- le cattive ragazze (Sinnos insegna) leggono e rischiano di perdere il treno che le riporterà a casa.
Rosa Lia Lauria