BIG FISH al Teatro Duse di Bologna: fantasia o realtà?
Il Teatro Duse ha visto in scena il 7 e 8 giugno il musical Big Fish, parte della VI edizione di A Summer Musical Festival diretto da Shawna Farrell.
Basato sul romanzo di Daniel Wallace e il celebre film diretto da Tim Burton, il musical Big Fish racconta la storia di Edward Bloom, un classico uomo americano cresciuto in una piccola cittadina dell’Alabama, marito, padre e modesto lavoratore. Eppure la sua personalità eccentrica e fuori dal comune riesce a trasformare l’ordinario in straordinario attraverso le storie che racconta magistralmente e che, a suo dire, sono popolate da personaggi pittoreschi tipici delle fiabe: una strega veggente che ci insegna a non avere paura della morte, un gigante buono che ci insegna l’importanza delle avventure e una sirenetta dalla lunga coda che ci insegna la profondità dell’amore. Il figlio Will fin da piccolo però non crede alle storie del padre, e vorrebbe non fosse così impegnato a sfuggire alla realtà. Non riesce mai a guardare il mondo attraverso gli occhi incantati del padre, nemmeno da adulto, e sente che la sua vera identità gli è preclusa. Il padre invece cerca di convincere il figlio che persa nel mondo c’è una storia tutta sua e lo incita a diventarne l’eroe.
Grazie alla regia di Saverio Marconi, alle coreografie di Nadia Scherani, le musiche di Andrew Lippa e le scenografie di Gabriele Moreschi viviamo la contrapposizione, in uno strano gioco di ruoli invertiti, tra questo padre che vive in un mondo fiabesco e il figlio che invece vive già in un mondo adulto, spoglio da tutta la magia infantile. Come sarebbe il mondo senza storie e senza aneddoti? O come sarebbe il mondo senza un minimo di senso logico? I continui flashback tra passato e presente, tra quello che è stato e che continua a intrecciarsi senza fine con la storia presente, danno l’impressione di passeggiare da una stanza all’altra dei ricordi di questi personaggi e insieme a loro anche noi spettatori ci schieriamo dalla parte di uno o dell’altro mondo. Anche la scelta degli attori che rappresentano i personaggi da giovani e da grandi è così perfetta che sembra davvero di viaggiare nel tempo. Chi vincerà questa dura battaglia? La realtà o la fantasia? Le musiche euforiche, i costumi appariscenti, i balli coordinati che danno vita a questa storia sembrano volerci tutti portare dalla parte della fantasia, ma improvvisamente c’è un duro richiamo alla realtà. Solo alla morte del padre Will riuscirà a capire ed integrare il suo più grande insegnamento: se capisci le storie, capisci l’uomo: si renderà conto che nelle storie del padre era celata molta verità, quelle creature misteriose dei suoi racconti erano tutte li a dare un ultimo saluto a questo grande uomo.
Big Fish è un racconto pieno di sogni, che forse sono più veri della realtà. Dalla fantasia infatti può nascere una realtà piena di colori, rimanendo comunque ancorata alla vita che fra tutte rimane sempre la fiaba più bella.
Antonella Pizzolla