“Bianca” – La storia di una scelta
“La sofferenza, come tutte le cose banali, a volerla raccontare, sfugge, evapora. Si poggia sulle cose e scompare. L’assorbe la vita, la chiudono i gesti quotidiani, la inghiotte l’aria. Al punto che certe volte non la vede nessuno e dal di fuori sembrerebbe tutto a posto, tutto come deve essere.”
“Bianca” il romanzo di Francesca Pieri (Dea Planeta libri 2019, pp. 222, euro 16), è la storia di Costanza e Silvia, due amiche, una sposata, l’altra divorziata, ma entrambe con un unico desiderio, diventare madre. La loro è un’amicizia sincera, leale, si sincronizzano con lo sguardo, le parole – per loro – a volte sono superflue. Nel momento in cui il loro sogno sta per realizzarsi, il destino decide diversamente.
Francesca Pieri, nel suo romanzo scandaglia il complesso animo femminile, fino a mettere a nudo emozioni e verità nascoste, dolori che nessuna di noi ha mai avuto consapevolezza di provare. È un romanzo a tinte forti, a volte crudo e terribilmente reale, che denuda l’anima come l’escursione in una grotta disseminata di stalattiti e illuminata solo da un fiammifero. L’ingiustizia del destino è il vero protagonista, verso chi desidera un figlio e non può averne e verso quei bambini abbandonati, sempre più spesso, nei cassonetti. Nel romanzo, il passo dalla gioia infinita, timida – quasi irreale – all’incredulità di tanto dolore è breve. Troppo breve. La narrazione è in prima persona, il tono è sommesso, parte quasi in sordina, il racconto descrive emozioni, fa un’analisi dettagliata di eventi che si susseguono, poi lo schianto, seguito dal crollo, fin nelle fondamenta di Costanza, che – goccia a goccia -vede svanire la sua anima, il suo equilibrio, le sue certezze, inerte nella consapevolezza di non poter contrastare gli eventi.
“Smetti di vivere Bianca.” […] “ Io vorrei dissolvermi”.
Costanza precipita, seguita – nella caduta verso il mare del dolore – da Silvia. Accomunate anche nella tragedia. Ogni parola e ogni azione narrata tracciano impercettibili stilettate sul cuore malridotto della protagonista, e si riflettono sull’amica, che metabolizza il proprio dolore cercando di nuotarvi dentro, controcorrente. E così, mentre Costanza affonda, Silvia cerca di risalire, ma chi delle due è la vittima? La Pieri è maestra nel porci davanti a un bivio: ognuna di noi come affronterebbe tanto dolore, chi sceglierebbe di essere Costanza o Silvia?
Marisa Padula