“BENVENUTO UMANO” – L’ATTESISSIMA NUOVA PRODUZIONE DI COLLETTIVO CINETICO IN SCENA AL TEATRO FRANCO PARENTI DI MILANO
Eterotopia è il termine coniato dal filosofo francese Michel Foucault per indicare «quegli spazi che hanno la particolare caratteristica di essere connessi a tutti gli altri spazi, ma in modo tale da sospendere, neutralizzare o invertire l’insieme dei rapporti che essi stessi designano, riflettono o rispecchiano». Su questo concetto Collettivo Cinetico (Premio Ubu 2017) ha avviato, ormai dieci anni fa, un progetto che ha come suo punto di arrivo il suo ultimo spettacolo in scena al Teatro Franco Parenti di Milano. “Benvenuto Umano”, però, è anche il nome di un punto tsubo, che si trova ai lati della gola e nella medicina cinese corrisponde ai canali energetici del meridiano dello stomaco.
Da questo punto di partenza, il Collettivo ha lavorato per oltre un anno sul concetto di Umano, inteso come corpo, cercando una possibile combinazione tra Oriente e Occidente e mettendo insieme, tra gli altri, i concetti della medicina tradizionale cinese e gli affreschi di Palazzo Schifanoia a Ferrara. Lo spettacolo accosta, in scene apparentemente slegate tra loro, meditazione, danza, performance, esibizioni circensi, narrazioni, combattimenti a corpo libero, tecnologia, il loop di un canto che urla struggente “My body is a cage”, medicina cinese, grafica giapponese, astrologia, anatomia, tecniche bondage e un’infinità di altre cose. La sensazione è di trovarsi di fronte a tanti spunti interessanti, dalla meditazione collettiva del pubblico all’inizio alla danza “telecomandata” in cui i danzatori, dotati di visore, seguono i movimenti della protagonista bendata, dalle immagini che riproducono ipnoticamente le frequenze di un suono altrettanto ipnotico alla sofferenza e al sacrificio di un Cristo pagano alla fine dello spettacolo. Sono tanti i “fili d’Arianna” che vengono messi a disposizione di spettatori pronti a seguirli. Venendo però ancora una volta al “punto”, il problema è che questi fili non sembrano condurci da nessuna parte e l’allungarsi immotivato di alcune scene finisce per soffocare la piacevole sensazione che finalmente qualcosa di interessante stia finalmente per accadere, costringendoci così a errare senza meta fino a perdere interesse rispetto al rito a cui stiamo partecipando.
Errare humanum est
“Errare: sbagliare, ingannarsi”.
“Errare: andare qua e là, vagare, peregrinare senza meta e scopo in un luogo”
In mancanza di punti di riferimento si finisce, qualche volta, per errare.
Con Simone Arganini, Carmine Parise, Angelo Pedroni, Francesca Pennini (l’anima fondatrice del Collettivo) e Stefano Sardi
A.B.