“Bed Boy Jack” di Bruno Fornasari in scena a Napoli il 3 e il 4 luglio 2020
“Il teatro rinasce con te”: con questo claim riparte la tredicesima edizione del Napoli Teatro Festival Italia, la quarta diretta da Ruggero Cappuccio, che si svolgerà dal 1 al 31 luglio 2020.
“Bed Boy Jack”, nuova produzione del Teatro Filodrammatici di Milano, sarà in scena nell’ambito del Napoli Teatro Festival il 3 e il 4 luglio 2020.
Chi è Jack? Nei primi anni ’90 l’Austria è scossa da una serie di omicidi che portano la polizia di Vienna a dover fare i conti col primo serial killer nella storia del tranquillo paese asburgico. Il caso spaventa l’opinione pubblica ma affascina molti giornalisti, tra i quali, in particolare, Jack Unterweger. Sempre vestito di bianco, con abiti eleganti, aria eccentrica e l’inconfondibile sciarpa rossa, Jack è un vero e proprio idolo tra gli intellettuali austriaci. Da giovane, nel 1974, venne accusato di omicidio e condannato all’ergastolo. In carcere cominciò a scrivere, e il suo lavoro gli procurò l’ammirazione di un’ampia élite letteraria – tra cui i futuri premi Nobel, Gunther Grass ed Elfriede Jelinek – che si attivò per ottenere la sua libertà. Nel 1990, Jack esce di prigione accolto come un grande artista e la favola del brutto anatroccolo trasformato in cigno sembra essersi avverata. Ma quando le indagini sugli assassinii delle prostitute sembrano a un punto morto, la polizia comincia a sospettare proprio dell’uomo che tutti credevano pienamente riabilitato.
Il testo di Bruno Fornasari, ispirato a fatti realmente accaduti, si svolge intorno al tentativo di Jack di salvare ancora la pelle attraverso il talento della scrittura. Com’era riuscito a farsi scarcerare col romanzo d’esordio, stavolta cerca di farsi produrre un film che, mescolando realtà e fantasia, mostri all’opinione pubblica la sua condizione di innocente perseguitato, così da evitare d’essere arrestato e risbattuto in prigione.
La sceneggiatura, che però nessuno sembra voler produrre, ha per tema la speculazione dei media sulla sofferenza dei più deboli e l’arte come strumento capace di sublimare la violenza. Etica ed estetica alla resa dei conti. Nel riscrivere la propria storia Jack, amabile Dottor Jeckill di giorno e perverso Mr. Hyde la notte, vuol disperatamente proteggere il paradiso che è riuscito a costruirsi. Bed Boy Jack fila quindi veloce con una serie di dialoghi appassionati, sarcastici e politicamente scorretti, in cui il protagonista cede alla propria vanità, non resistendo alla tentazione di pontificare sulla responsabilità dell’intellettuale davanti alla violenza e ironizzando su quanto la rappresentazione di un mondo che si desideri possa impedirci di vedere il mondo per com’è realmente. Nel farlo, mescola la propria verità con quella dei molti protagonisti, reali o inventati, citati nella sceneggiatura, dalle vittime alla polizia, dalle amanti agli intellettuali e politici che ne hanno protetto l’immagine ideale fino all’ultimo. Ma fin dove arriva la finzione e dove comincia la realtà? Neppure il tribunale della capitale austriaca è riuscito a dare una risposta definitiva. Jack Unterweger, infatti, si suicida in carcere il giorno stesso della condanna e, per un cavillo burocratico, muore così da innocente.
Bruno Fornasari
“Bed Boy Jack” di Bruno Fornasari, con Tommaso Amadio, Emanuele Arrigazzi, Sara Bertelà, Chiara Serangeli, movimenti Marta Belloni scene e costumi Erika Carretta disegno luci Fabrizio Visconti suono Silvia Laureti, assistenti alla regia Marta Belloni, Lapo Sintoni, Giulia Lanzilotto regia Bruno Fornasari, coproduzione Teatro Filodrammatici di Milano e Teatro Stabile del Veneto