BE UNHAPPY – Una nuova, coloratissima stagione
“Gli ultimi studi di neurobiologia vegetativa ci dicono che un bosco deve essere considerato come un organismo unico, costituito da una rete di piante che comunicano tra loro e si scambiano nutrimento, informazioni, acqua. Un bosco, per vivere, deve condividere. (…) Cosa straordinaria, un bosco ha capacità genitoriale: un seme che cade nel buio, prima di poter crescere e avviare una fotosintesi propria, come sopravvive? Viene nutrito, soccorso, aiutato a crescere dagli alberi adulti che lo circondano, per mezzo delle connessioni radicali. Questo è il tipo di ambiente cui noi ci siamo ispirati quando abbiamo pensato a Fertili Terreni.”
Esordisce così Beppe Rosso, direttore artistico di ACTI Teatri Indipendenti, dando il via alla presentazione della stagione 2019/2020 di Fertili Terreni Teatro FTT. Mercoledì 2 ottobre lo spazio teatro dell’Ex Cimitero è gremito, tutti hanno in mano il programma tanto atteso, in molti anche la borsa shopper con il titolo “BE UNHAPPY – Non è un dramma!“. Si tratta della seconda stagione ufficiale (dopo un primo esperimento, una sorta di “stagione zero”) di questo metaforico bosco torinese che vede intrecciarsi il lavoro di 4 compagnie (ACTI, Cubo Teatro, Tedacà, Il Mulino di Amleto) e che, da martedì 15 ottobre 2019 a venerdì 29 maggio 2020, ospiterà nei suoi 3 spazi (San Pietro in Vincoli Zona Teatro, Bellarte, Cubo Teatro) 44 spettacoli di drammaturgia contemporanea, per un totale di 115 repliche, cui si aggiungeranno i progetti speciali e gli eventi collaterali.
Spettacoli che spaziano dalle produzioni delle compagnie – “Non mi pento di niente” (ACTI), “Alice, per adesso” (Tedacà), “Storia degli orsi panda raccontata da un sassofonista che ha un’amichetta a Francoforte” (Cubo Teatro), per citarne solo alcuni – a numerose ospitalità del più interessante panorama contemporaneo, come per esempio la Compagnia Nest di Napoli, Babilonia Teatri, Marta Cuscunà, Le Brugole, Enzo Vetrano e Stefano Randisi, Ninni Bruschetta, Marco Cavalcoli, Valentina Picello e Chiara Stoppa. Nella programmazione sono inseriti anche i due vincitori dell’ultima edizione del bando “L’Italia dei Visionari”: “Causa di beatificazione” di Matilde Vigna produzione TPE e l’intenso monologo “Dicono di lei” di Nadia Perciabosco.
L’alto valore culturale e sociale del fare rete – e di farlo rete bene, con intelligenza – viene sottolineato anche nell’intervento dell’Assessore Marco Giusta (il teatro come luogo per dare voce a ciò che la società tende a sottacere, in primis l’espressione del dolore e l’esperienza del fallimento personale), mentre Girolamo Lucania (Cubo Teatro) sviluppa ulteriormente il discorso partendo dalla definizione di “edonia depressa” proposta da Mark Fisher: “Di solito la depressione è caratterizzata da uno stato di anedonia, ma la condizione alla quale ci si riferisce descrive non tanto l’incapacità di provare piacere, quanto l’incapacità di non inseguire altro che il piacere”.
La parola passa a Barbara Mazzi (Il Mulino di Amleto), che passa in rassegna le attività collaterali ma assolutamente non marginali della programmazione 2019/2020. Mentre sul fondale scorrono le immagini del contest grafico indetto da Fertili Terreni Teatro per la locandina di BE UNHAPPY – contest vinto da Silvia Gariglio – viene anticipato che un gruppo di giovani illustratori assisterà ad alcuni spettacoli e, in seguito, sarà allestita una mostra. La trama del bosco e delle connessioni radicali, dunque, si infittisce. Barbara Mazzi cita anche le visite guidate all’Ex Cimitero settecentesco a cura di Manuela Vetrano alias “La Civetta di Torino“, nonché il “CANTIERE IBSEN – ART NEEDS TIME”, un programma davvero fertile di workshop gratuiti cui hanno risposto 162 tra attori e attrici provenienti dall’Italia e dall’estero.
È il turno di Simone Schinocca (Tedacà), che illustra alcune significative novità, quali le cene di compagnia aperte al pubblico, tre “Ritratti d’artista” ossia incontri fuori-scena (Enrico Castellani, Ninni Bruschetta e Cettina Donato, infine Marco d’Agostin) in collaborazione con Fondazione Piemonte dal Vivo, e la possibilità di donare un “biglietto sospeso” a chi non se lo può permettere. Proseguiranno, inoltre, sia “L’Italia dei Visionari” (che vede cittadini appassionati o incuriositi dall’arte scenica prendere parte alla selezione degli spettacoli per la prossima stagione) sia il progetto di audience development “Formazione permanente” a cura di Tedacà.
Ulteriore sorpresa che BE UNHAPPY riserva al suo pubblico giovane: il “Carnet da 3 soldi“, un abbonamento speciale per under 25 di 3 biglietti a 1 euro l’uno. I carnet disponibili sono 50, per prenotarli è necessario mandare una e-mail entro il 28 ottobre a biglietteria@fertiliterreniteatro.com allegando un documento di identità!
La presentazione si conclude con l’intervento di Beatrice Sarosiek (Project Manager) che ribadisce la natura sperimentale di FTT: in collaborazione con Torino + Cultura Accessibile, si adotteranno tecniche di sovratitolazione e audio descrizione per disabili sensoriali, cognitivi e per chi ha difficoltà di apprendimento linguistico; per questa stagione si tratterà di un solo spettacolo (quello di apertura, “Non mi pento di niente“, nelle repliche dal 7 al 10 novembre presso San Pietro in Vincoli), l’intenzione è di includerne un numero maggiore negli anni a venire.
Pier Paolo Chini