“Azag e i bambini” di Rita Amabili-Rivet
“È bello e gioioso, fa notare Sayed
– Dovremmo chiamarlo Azag, suggerisce Isra sognante
– Che significa Azag? Chiede Shada con una smorfia
– Azag, spiega Isra, è Gaza al contrario
– È il contrario del dolore… suggerisce Yahya sognante”
Yahya è un giovane ragazzo di dieci anni palestinese di Gaza. Nel 2009, durante l’attacco israeliano che porta il soprannome di Piombo Fuso, sua madre e suo zio sono stati uccisi. Yahya è stato bruciato con il fosforo bianco. Vive con il padre, sua zia e suo marito, e con i loro due figli di dieci e nove anni. Insieme ad altri due amici formano un piccolo gruppo di avventurieri, fedeli l’un l’altro.
“Yahya sa che Azag è solo un robot che ha creato insieme ai suoi amici, ma ogni volta che ci si avvicina, il bambino sente inspiegabilmente una presenza rassicurante”
La vita a Gaza è difficile, ma la forza e l’unione dei bambini è più forte delle difficoltà che devono affrontare tutti i giorni. Con “Azag e i bambini” (Edizioni Guido Amabili 2017, pp.59) Rita Amabili-Rivet con la sua carezzevole scrittura mette i lettori nella consapevolezza delle vite “rubate” a questi bambini, i quali dovrebbero vivere in serenità e non con la paura costante, privati di cibo, medicine, svago.
“Nella loro realtà, le crepe sono molte e di tutte le forme”
Il lavoro di scrittrice di Rita Amabili e la sua esperienza personale l’hanno portata a lavorare intensamente sui diritti umani, i diritti dei bambini, la situazione dei bambini nei conflitti armati o nell’oppressione, e anche sull’immigrazione, in particolare sull’immigrazione italiana in Canada.
La traduzione dal francese della storia è di Eleonora Giudici, ventenne di Acquaviva di Picena, con la sua grande passione per le lingue, mentre le illustrazioni di Eve Amabili-Rivet accompagnano con note di delicatezza e sensibilità la storia. Attraverso le sue opere, vuole rappresentare ciò che la tocca, e desidera trasmettere emozioni e forse anche far riflettere con questo libro che apre gli occhi e il cuore.
“È questa la maniera in cui gli piacerebbe che i bambini vedano il mondo: come una catena di mani unite!
– Per creare un legame, io, Shada, ti do la mano. Cancelleremo la tua e la mia paura, la sostituiremo con te, amico mio, nel mio cuore.”
Sara Abbatiello