“Autobiografia Erotica” – Scalera e Bellocchio seducono il Piccolo Eliseo
“Mettere la lingua nella bocca di una persona non è una sciocchezza”
Pier Giorgio Bellocchio e Vanessa Scalera, diretti da Andrea De Rosa, portano in scena la storia dell’incontro tra Mariella e Aristide tratta dall’ “Autobiografia Erotica di Aristide Gambía” di Domenico Starnone, al Piccolo Eliseo di Roma fino a domenica 12 maggio. Un incontro che avviene dopo vent’anni dall’unica scappatella avvenuta tra i due e che diventa il confronto dei loro ricordi, il confronto di due punti di vista opposti, dove le ragioni dell’uno equivalgono al vuoto per l’altro e viceversa; dove emozioni e desiderio sessuale si fondono e confondono attraverso un linguaggio crudo e sfrontato; dove le parole dicono esattamente ciò che indicano: senza girarci troppo intorno mirano direttamente il centro, come una freccetta al bersaglio.
Vanessa Scalera, nella petite robe noire di Mariella è provocante e determinata. Il movimento delle sue gambe scandisce il tempo dei ricordi che la legano a quest’uomo – un Bellocchio prima impacciato e incredulo poi cinico e quasi violento – da cui è, in qualche modo, ancora attratta ma che – appena la stringe – lei respinge con scatti irosi, mentre in continuazione spostano il tavolo e le due sedie, unici elementi scenici presenti all’interno di una stanza.
Cosa nasconde questa donna? Perché rievocare questi ricordi? E perché ricercare uno sconosciuto dopo tanto tempo?
L’aria è tesa, la suspence mantiene lo spettatore attento e sorpreso fino all’ultima scena, fino all’ultima parola; nell’incredulità di una situazione inizialmente così futile e scontata ma che, infine, si rivela greve, spiazzante e – forse – ancora più scontata del pensiero iniziale. Eccezionale la Scalera in questa performance difficile nella sua sfrontata immediatezza, dove sia le parole sia i movimenti necessitano di un’energia vitale che quasi esula dal palcoscenico per arrivare a toccare le profonde feitoie di un’esistenza non premeditata.
Marianna Zito