“Autismo e istruzione. Come la vedo io: quello che genitori e insegnanti devono sapere” di Mary Temple Grandin
“Non permettete che un bambino o un adulto vengano definiti da un’etichetta del DSM”.
Chi è Mary Temple Grandin? Docente presso la Colorado State University, “è una delle persone autistiche ad alto funzionamento più rispettate al mondo”. Il suo obiettivo, attraverso i suoi libri e le sue numerose conferenze, è quello di far capire ai genitori e ai professionisti come poter aiutare le persone autistiche, con sindrome di Asperger e PDD.
Il suo libro “Autismo e istruzione. Come la vedo io: quello che genitori e insegnanti devono sapere” (Armando editore, pp. 140, euro 16) nell’edizione italiana a cura di Domenico Bove, mira – attraverso consigli, strategie, tecniche e strumenti educativi – alla risoluzione delle difficoltà quotidiane che genitori, insegnanti e bambini si trovano ad affrontare, e all’individuazione ed esaltazione dei punti forza e delle abilità che appartengono ai bambini autistici, spesso sottostimati. In base alla esperienza personale dell’autrice, abbiamo quindi “un racconto dall’interno”, come lo definisce Oliver Sacks e come tiene a sottolineare Domenico Bove nella sua Prefazione: non si pensava, da un punto di vista medico, che potesse esistere “una vita interiore nell’autistico”. È questa la cosa stupefacente di Mary Temple Grandin: una comprensione e una realizzazione di sé, nonostante l’handicap.
In questo libro, l’autrice si sofferma principalmente sulle difficoltà relazionali e sulla ricerca del sistema comunicativo condiviso, sottolineando l’importanza e la necessità degli interventi educativi precoci, illustrando anche la sua esperienza personale a riguardo, e di quanto sia fondamentale non farsi bloccare o spaventare dalle etichette diagnostiche. Nella seconda parte del volume si sofferma sull’importanza dell’Insegnamento e dell’educazione, ovvero di quanto sia responsabilità dei genitori e degli educatori riuscire a individuare e a sviluppare i punti di forza di questi bambini e bambine per trasformarli in abilità uniche. È questa la sfida fondamentale. Una sfida che si affronta attraverso metodologie e strumenti specifici, terapie come ad esempio la pet-therapy e cercando di fare e di portarli a fare le scelte giuste per affrontare la quotidianità.
Marianna Zito