“Attraverso persone e cose. Il racconto della poesia” di Gian Luca Favetto
Che cos’è la poesia? È la domanda iniziale del libro “Attraverso persone e cose. Il racconto della poesia” (add Editore, 2020, pp. 256, euro 13, copertina di Gabriele Pino). “Giardini immaginari con veri rospi dentro” risponde Gian Luca Favetto, così come risponderebbe con il suo ritmo scandito la poetessa Marianne Moore, amica di Ezra Pound e Joseph Cornell. E da qui sgocciolano gli via via altri nomi, da Walter Whitman e Robert Frost, i lirici greci e Omero, Keats e Shelley, Baudelaire, Rimbaud e Verlain, e ancora Shakespeare, fino a Pavese e Montale e altri ancora. Tutti nomi legati tra loro e che man mano vanno a formare una sorta di mappa per un viaggio da intraprendere. Un viaggio che prende vita di voce in voce, fino a divenire coro che si espande nel mondo, a costruire altri tempi e altri spazi. Ma come è possibile viaggiare in questo momento storico in cui il mondo si è – improvvisamente e per lungo tempo – fermato?
“Quando si ferma il mondo ti puoi muovere tu. Non fuori di te ma dentro di te”
Ed ecco che ognuno di noi può rimettere in moto l’ingranaggio, partendo questa volta da un viaggio introspettivo che permetterà di creare un rapporto nuovo con il mondo stesso, per farlo diventare una realtà condivisa, di tutti.
“E questa è la poesia, per come la intendo io, leoni che ruggiscono scritture, partenze che sono ritorni, sconfitte che rivelano il coraggio capace di giustificare una vita intera”.
Cominciare guardando se stessi e riportare poi quello sguardo sul mondo, è così che Gian Luca Favetto ci insegna a comporla, questa poesia. Ed ecco allora che la poesia stessa si trasforma in un incontro che avviene in tanti luoghi che diventano un solo luogo; ecco che la poesia comincia a raccogliere e a dare forma alle cose, alle parole, alle relazioni per poi liberarle ancora nel mondo con un altra vita.
Marianna Zito