“ASSOCERÒ SEMPRE LA TUA FACCIA ALLE COSE CHE ESPLODONO” TRA INTEGRAZIONE DISINTEGRATA E TERRORISMO AL TEATRO LIBERO DI MILANO
“Iniziamo dall’inizio…”.
Così ripetono ossessivamente i protagonisti di uno dei quadri, protagonisti di questo spettacolo la cui struttura, non a caso, riflette la pluralità dei punti di vista rappresentati: il progressista “radical chic”, il foreign fighter opportunista, l’immigrato di seconda generazione costretto continuamente a giustificarsi, lo sfruttatore e lo sfruttato, chi usa la violenza e chi ne fa uno spettacolo. I corto circuiti, complice anche il ritorno in scena in diversi quadri di personaggi visti in situazioni totalmente differenti, acuiscono l’effetto di ironica tragicità che, ben anticipato dal titolo, attraversa tutta l’opera scritta da un autore ormai più che affermato come Emanuele Aldrovandi. La “fatica”, con cui i protagonisti si relazionano e comunicano tra loro, riflette perfettamente la difficoltà con cui oggi ci rapportiamo con un ineluttabile multiculturalismo che ci trova del tutto impreparati, in generale, a comprendere le ragioni dell’altro.
La regia di Vittorio Borsari, senza troppi fronzoli, lascia che siano solo i suoni a separare/collegare i diversi quadri, che puntano decisamente sulla serratezza dei dialoghi e spesso sulle situazioni surreali in cui i protagonisti si trovano a essere immersi. Efficaci gli attori Paolo Bufalino, Marzia Gallo, Massimo Scola e una poliedrica Petra Valentini,nella rappresentazione di personaggi a volte tanto assurdi quanto a noi purtroppo vicini. Se il terrorismo è un tema che ultimamente si tende a rimuovere, quasi fosse una parentesi destinata a chiudersi, le sue ragioni non possono che essere più vive che mai. Rappresentarle, cercando possibilmente di indagarle senza eccedere nella retorica, è un merito che questo spettacolo ha già e che potrà sicuramente affinare ancora di più, replica dopo replica. Per provare a capire, non possiamo che “iniziare dall’inizio”.
“Nella sua essenza, il
terrorismo è una forma di spettacolo.”
In scena al Teatro Libero dal 7 al 10 marzo 2019.
A.B.