Arianna Porcelli Safonov al Teatro degli Angeli di Bologna
Sabato 26 maggio, il delizioso Teatro degli Angeli di Bologna ha ospitato ancora una volta la bellissima Arianna Porcelli Safonov, un luogo perfetto per accogliere l’attrice comica che con acuta ironia sa parlare dei mali della società moderna con il suo celebre Riding Tristocomico. Con questo spettacolo l’autrice riesce a mostrare la sua personale descrizione della realtà, ed è così intimo non solo perché il piccolo teatro ospita pochi spettatori, ma anche perché sembra quasi di poter entrare nella sua testa e vedere per qualche ora la realtà attraverso la sua unicissima lente di ingrandimento.
Arianna entra con leggerezza e delicatezza sul palco da una piccola porticina ed è in perfetta sintonia con gli angioletti che decorano il teatro, una ex chiesa sconsacrata e restaurata per ospitare iniziative culturali. Ha un vestito lungo bianco e verde e un gran sorriso sulla labbra. Dice di essere felice di essere tornata alle origini, in questo luogo che l’accoglie sempre con gran calore e anche il pubblico non vede l’ora di deliziarsi dei suoi racconti, tratti dal blog umoristico Madame Pipì che scrive dal 2010.
Il monologo si apre con la necessità di proteggerci dai pianobar e di infliggerli semmai ai carcerati, una punizione che a detta dell’autrice aiuterebbe le carceri a rimanere più libere. Poi passa all’assurdità dei selfie in bagno, dei cancelletti (più modernamente chiamati ashtag) che dilagano nei nostri social e ci pone una domanda: i maestri della fotografia se potessero parlare oggi, cosa direbbero? Una domanda seria, esistenziale e proprio mentre stavamo cercando una risposta altrettanto seria, lei propone una risposta semplice, leggera, palesemente vera e molto ironica: “esci dal cesso”! Ecco quello che ci direbbero e così da una triste condizione umana si passa in un attimo al comico e tutto si scioglie in una grande risata e in un caloroso e prolungato applauso. Ma Arianna è umile e ci chiede di non applaudire troppo, potremmo montarle la testa. Il racconto successivo parla di cani, delle diverse tipologie di padroni e di sconosciuti che si incontrano al parco e le loro divertenti interazioni. Si muove sul palco come se avesse davvero un cane al guinzaglio e tutto si colora e prende forma, quella forma che esiste solo nel suo mondo e che noi spettatori ci sentiamo fortunati a condividerlo con lei in quei piccoli istanti.
Passa poi a leggere un pezzo scritto per il Salone del Libro dove parla della necessità di continuare a stampare libri, perché il libro è figo, le librerie sono sexy e quasi mi pento del mio ultimo acquisto: un e-book! Sa essere coinvolgente e convincente allo stesso modo al punto di farmi pensare di ricomprare il libro in formato cartaceo…
Infine, parla del bla bla car – un tabù legalizzato e le conseguenti preoccupazioni di sua mamma, l’umiltà inesistente degli ingegneri ai quali si rivolge simpaticamente con l’appellativo “sire” e conclude con una lettera straziante al caro BIO, quasi fosse una persona: che ti è successo BIO hai fatto li sordi? Con alcune battute ci ricorda la sua romanità e quell’accento inconfondibile la rende ancora più ironica e piacevole.
Ci avverte quasi sollevata che siamo arrivati all’ultimo pezzo, tutti insieme e ancora tutti interi ma in coro si eleva un prolungato NOOOOO di protesta… e chi se ne vuole tornare a casa adesso? Adesso che abbiamo intimamente riso insieme e che ci siamo appena conosciuti, sembra la fine di uno di quei primi appuntamenti che vorresti non finisse mai con una persona che ti sembra di conoscere da sempre. Eppure lo spettacolo finisce con un grande grazie nel cuore e la consolazione per chi ha comprato il suo ultimo libro – Storie di Matti – di tornare a casa con un bel autografo.
Antonella Pizzolla