“Apocalisse Tascabile”: il grido maleducato e libero di una generazione
Dal 27 settembre al 2 ottobre è andato in scena al Teatro Franco Parenti di Milano lo spettacolo “Apocalisse Tascabile”.
Due ragazzi si prendono il difficile compito di raccontare una generazione. E ci riescono. Uno spettacolo di fuoco, trasuda rabbia verso il mondo di oggi da tutti i pori ma attraverso un impianto di gioco estremo. Ci raccontano il disagio di una generazione fallita, fatta confluire come capi di allevamento verso carriere predefinite, che comunque falliranno, perché massacrate dal mostro del mercato. E lo fanno in maniera molto meno teorica di come la racconto io.
La messinscena non ha nulla di astratto: attraverso un impianto di scrittura epica calata su un linguaggio crudelmente “da supermercato”, gli attori trasmettono il proprio malessere attraverso un’ironia amara autodenigrativa, che corre lungo tutto lo spettacolo. Se, fra chi legge, ci fossero fan degli spettacoli di Bo Burnham, potranno forse trovare dei punti in comune. Ci si ritrova ad assistere ad un poema epico, ma al posto del “pelide Achille”, si sente LIDL, NaturaSì e soprattutto Carta Fidelity.
Estremamente interessante la modalità recitativa: i due attori, Lorenzo Guerrieri e Niccolò Fettarappa Sandri, non recitano mai davvero delle situazioni, non si calano nei panni di personaggi, perché non ce n’è bisogno, la storia è la loro. Piuttosto preferiscono raccontarsi attraverso le marche dei prodotti del supermercato; attraverso l’imposizione, prima sogno, ora stantio, di essere come Steve Jobs.
Fin dall’inizio hanno una carica, in scena, che ha del violento, di tensione a stento controllata. Tensione che riversano sugli oggetti di scena e sul pubblico, che viene maltrattato e apostrofato durante lo spettacolo (con un effetto esilarante a dir poco).
In conclusione, un testo e uno spettacolo prepotentemente vivo, che ci permette di sentire la voce di una generazione, che parla finalmente senza chinare la testa alle forme teatrali convenzionali e alle passeggere “mode” che si vedono spesso sui palchi negli ultimi anni.
Consigliatissimo.
E. R.
Fotografia di Marcella Persichetti