“Antigone e i suoi fratelli” di Gabriele Vacis debutta alle Fonderie Limone
Debutto in Prima nazionale per “Antigone e i suoi fratelli” con la regia di Gabriele Vacis alle Fonderie Limone di Moncalieri.
Vacis firma l’adattamento e la regia del suo lavoro ispirato all’Antigone di Sofocle, una tragedia che riesce a essere attuale in qualunque periodo storico venga letta. Quella che il regista sceglie di portare in scena non è una semplice e fedele rilettura di uno dei testi che hanno fatto scuola nel teatro, nella filosofia e nella letteratura occidentale, ma opta per la narrazione dei personaggi anche attraverso le altre tragedie del ciclo tebano, passando per i Sette re di Tebe di Eschilo e le Fenicie di Euripide. L’Antigone risulta ostica da comprendere se non si conoscono le due tragedie che la precedono e che raccontano la storia della famiglia di Edipo e gli antefatti che ne costituiscono il pretesto narrativo. Forse proprio per questo motivo Vacis ha scelto di offrire al pubblico una drammaturgia dallo sguardo più ampio. Antigone risulta essere uno dei personaggi femminili più importanti della storia del teatro, in quanto simbolo di rivoluzione e al contempo di oscurantismo. Da specchio dell’antichità, queste tragedie e questi personaggi diventano riflessi della nostra attualità.
Il testo stesso che Vacis costruisce è infatti intriso di contemporaneità, che matura e compare all’improvviso sulla scena nei monologhi pensati e scritti dai giovanissimi interpreti. Si tratta di questioni aperte, domande frutto di una gioventù non così leggera, paura per un futuro incerto e sempre meno a colori. È la ricerca di un significato, di un senso che i giovani di qualsiasi epoca storica hanno ricercato, in forme e modi diversi. Giovani che tra guerre, pandemie e paura hanno dovuto lottare per difendere diritti che si credevano assodati. Antigone era presente e consapevole quando si è opposta alla Legge, in difesa di un valore morale: è l’emblema di una gioventù consapevole, assertiva e capace di contrastare il potere precostituito e i compromessi. Questo lavoro sulla consapevolezza e sulla presenza è alla base dello studio compiuto da Gabriele Vacis con i talentuosi ragazzi della Compagnia PEM (Potenziali Evocati Multimediali), composta da nati e nate tra il 1996 e il 1999 e che hanno frequentato la Scuola per Attori del Teatro Stabile di Torino dal 2018 al 2021.
Il lavoro sulla presenza si può apprezzare nel momento stesso in cui ci si introduce nello spazio teatrale. Alle Fonderie Limone il palcoscenico scompare, in favore di una “scenografia” che lascia a vista i muri, il cemento, i mattoni, le insegne. Abitano lo spazio, oltre ai corpi degli interpreti, due americane calate a terra dal soffitto e ricoperte di terra. Gli attori e le attrici sono in scena sin dall’entrata in platea del pubblico. Così è inevitabile che l’attenzione dei presenti non sfumi in scenografie esorbitanti ma si focalizzi sui corpi, sui significati, sulle parole e sui suoni, che si alternano tra canti che rievocano le sonorità dell’antica Grecia e canzoni e melodie contemporanee. L’Antigone di Vacis richiama lontanamente – e in una forma addolcita – quella di Brecht messa in scena dal Living Theatre, compagnia sperimentale di metà degli anni Cinquanta nata negli Stati uniti, che aderisce fortemente all’idea che l’arte sia uguale alla vita. Un approccio analogo lo ritroviamo, ad esempio, nella colonna sonora dello spettacolo, ricavata dalle voci e dai corpi degli attori. Con questo lavoro, il regista “supera l’impasse di drammaturgia e tradizione in un teatro vivente di performance sgranato su un’ampia scala di intervento militante e di presenza esistenziale, sociale ed espressiva del performer” (R. Alonge-F. Perelli, Storia del teatro e dello spettacolo). Da questi approcci si apre inevitabilmente la riflessione sulla conclusiva concezione grotowskiana dell’arte come veicolo, dove la presenza corporea dell’attore diventa strumento e veicolo per il “rituale”.
Un plauso va ai giovanissimi attori che si sono immersi ed affidati nelle mani di Gabriele Vacis in questo splendido e impattante lavoro: Davide Antenucci, Andrea Caiazzo, Chiara Dello Iacovo, Pietro Maccabei, Lucia Raffaella Mariani, Eva Meskhi, Erica Nava, Enrica Rebaudo, Edoardo Roti, Letizia Russo, Daniel Santantonio, Lorenzo Tombesi, Gabriele Valchera, Giacomo Zandonà.
Giulia Basso